Ho letto “Prigionieri del Paradiso” di Arto Paasilinna

Altro romanzo (anche se non nuovo perché scritto nel 1974) di Paasilinna nella splendida collana di Iperborea specializzata negli autori nordici. Questa volta l’autore finlandese si allontana dai boschi del nord Europa e colloca l’azione in un’isola deserta dell’arcipelago indonesiano. Un aereo delle Nazioni Unite è costretto ad un ammaraggio di fortuna. Quasi tutti salvi i passeggeri (una cinquantina di persone): si tratta di infermieri, medici, ostetriche, alcuni taglialegna di nazionalità svedese, norvegese, finlandese in missione sanitaria per conto dell’ONU. L’equipaggio invece è inglese. La combriccola trova riparo sull’isola e in breve tempo viene data per dispersa. Superato lo sconforto, inizia una convivenza dapprima difficile (da quale lingua adottare tra loro a come organizzare la vita sull’isola), posto che la ricerca del cibo è il primo problema da affrontare. Recuperato tutto il materiale possibile dal relitto dell’aereo, l’ingegno umano fa il resto e il ménage (uomini e donne sono in numero pressoché pari) diviene presto tutt’altro che disprezzabile. Si creano coppie, si organizza il lavoro, la presenza di medici e infermiere consente di avere anche assistenza sanitaria. In breve i naufraghi si rendono conto di aver organizzato un embrione di società, con regole, leggi e un piccolo sistema giudiziario. Ovviamente bandita la proprietà privata, si tratta di una sorta di socialismo più che reale. Per mesi lavorano ad un sistema di segnalazione per attrarre l’attenzione del mondo civile: costruire un gigantesco SOS di fuoco nella foresta. Quando lo scopo viene raggiunto e la flotta americana si avvicina per salvarli, sono in molti a voler continuare a vivere sull’isola.
Con la sua penna intinta nell’humour finlandese Paasilinna ribalta lo stereotipo di Robinson Crusoe e dell’isola deserta. Torna in mente anche il pessimismo cosmico di William Golding nel suo Lord of the Flies (Il signore delle mosche, 1954), dove a naufragare in un’isola del Pacifico è una banda di ragazzini inglesi. Pur sforzandosi di mutuare regole e comportamenti dal mondo dei grandi, i ragazzi trasformano quel paradiso terrestre in un inferno di comportamenti selvaggi e irrazionali.
In Prigionieri del paradiso invece ogni persona dà il meglio di sé e mette al servizio degli altri le proprie conoscenze. Un libro divertente e soprattutto ottimista, il che non guasta in questi giorni difficili.

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