Ho visto “7 giorni per cambiare” di Peter Glanz

Uscito a settembre nelle sale americane, The Longest Week, è arrivato direttamente nel sistema ‘home entertainment’ italiano (dvd + piattaforme digitali) con il titolo 7 giorni per cambiare senza passare nei cinema nostrani. Eppure avrebbe avuto tutte le carte in regola per mietere successi ai botteghini. E’ una commedia divertente dal sapore molto ‘alleniano’ e del Woody dei tempi migliori ha la verbosità e nello stesso tempo la brillantezza dei dialoghi.
Conrad Valmont (Jason Bateman) è un quarantenne ricchissimo e nullafacente (unico hobby è dare la caccia alle gonnelle) da sempre vissuto nell’agiatezza di una suite del grande albergo della sua famiglia a New York.
Conrad, vedi, solo perché hai quasi quarant’anni e ricevi un assegno mensile dai tuoi genitori, non significa che non debba fare nulla per il resto della vita.
Negli stessi giorni in cui conosce Beatrice, una fotomodella (la bellissima Olivia Wilde) appassionata dei romanzi di Jane Austen, i suoi genitori litigano e si avviano verso una costosa separazione. Il primo atto è la cacciata di Conrad dalla sua residenza dorata: il figlio di papà, mai diventato adulto, è costretto a trovare ricovero nel loft dell’amico Dylan (Billy Crudup), di professione pittore. Conrad intanto inizia una relazione con Beatrice, nascondendole il fatto di essere diventato repentinamente spiantato.
Conrad, cosa pensi di fare? Non hai più un soldo.
La storia si svolge nell’arco di sette giorni, ben ritmati nella sceneggiatura, duranti i quali Conrad si confronta e si scontra sia con Dylan che con Beatrice: C’è qualcosa che non va in me. Il suo terrificante stile di vita è messo sotto accusa dai suoi amici: bugiardo e scansafatiche, rischia di perdere la loro amicizia.
Facciamo il tifo per lui fino al limite dell’indifendibilità, in fondo chi non vorrebbe essere un ricchissimo e viziato quarantenne? Conrad si prende tutta la scena: arrivato alla domenica la separazione dei genitori rientra, torna alla sua suite e ai suoi appannaggi, Dylan e Beatrice si mettono insieme, lui però sembra aver appreso le lezioni di vita che ha avuto nel corso della settimana.
Il film è coprodotto dall’indiana YRF Entertainment di Yash Ray, lo stesso produttore di Grace di Monaco. Soggetto, sceneggiatura e regia sono dello sconosciuto Peter Glanz che ha messo molta cura nel suo lavoro. Ho già detto che i dialoghi sembrano usciti dalla penna del miglior Woody Allen, molte battute sono folgoranti e da ricordare. La scelta delle scenografie avvicina di molto New York a Parigi.
Distribuito da Videa-CDE da dicembre 2014.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Cinema. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*