Ho letto “Scimmia nera” di Zachar Prilepin

– Lo sa che gli imperatori dell’antica Cina affidavano le torture ai bambini? – domandò il professore
A un giornalista russo viene affidata dal suo direttore una inchiesta sulle violenze di gruppo operate da bambini. Si tratta di vere e proprie bande che imperversano nella capitale, composte da ragazzini affetti da una patologia psichica caratterizzata dall’inclinazione ossessiva all’omicidio.
Il giornalista cerca testimoni, ascolta poliziotti riluttanti a fornire notizie e arriva in un luogo dove alcuni bambini vengono tenuti in osservazione. E’ un laboratorio sotterraneo che studia e confronta il DNA dei bambini-assassini. Ogni anno, secondo le statistiche, cinquantamila bambini scappano di casa per sfuggire alle violenze dei genitori o perché orfani o lasciati alla deriva e vanno a ingrossare le fila di queste bande.
L’inchiesta non fa progressi perché il giornalista deve gestire una vita privata piuttosto incasinata: la moglie lavora e i due figli piccoli restano spesso soli in casa, inoltre deve gestire la relazione con una giovane amante. E l’estate a Mosca è davvero insopportabile.
Agosto, agosto, da dove sei piombato così rovente e pesante, da quale inferno. Se almeno settembre bagnato facesse in fretta a strisciarci dietro la nuca e accostare l’orecchio fresco al nostro caldo ventre. Non avremo mai settembre.
Pian piano la ricerca si trasforma in un’ossessione, la sua vita privata deraglia definitivamente, una vita sorprendente: non ricordo nulla, solo che mi svesto felice e mi rivesto con ribrezzo, e così all’infinito.
Come un’allucinazione il giornalista (narra in prima persona e il suo nome non è mai menzionato) ascolta due racconti fatti da un professore, storie di bambini soldati che uccidono come e più dei grandi. Forse, la cosa essenziale non è nemmeno la loro assoluta mancanza di paura, ma che il più grande avesse dodici anni! Nessuno di loro aveva mai versato il proprio seme!
Prilepin, uno dei più interessanti scrittori russi contemporanei, firma un romanzo inquietante e spietato che sfiora la fantascienza ma che resta al di sotto delle sue prove precedenti: Patologie, San’kja, Il peccato, pubblicati in Italia tra il 2011 e il 2012 da Voland. Quanto alla crudeltà dei bambini, prima di lui ci aveva pensato William Golding, con il suo Lord of the Flies nel 1954.
Ma se la neurogenetica avesse moltiplicato il dostoevskismo?

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