Ho visto “Vandal” di Hélier Cisterne

Passato in concorso al Torino Film Festival del 2013, è visibile fino al 16 febbraio sulle piattaforme che diffondono il myFrench Film Festival, lodevole iniziativa dell’ uniFrance Films per diffondere worldwide il cinema d’oltralpe. E’ curioso che abbia visto Vandal proprio mentre si ricorda il quarto di secolo dalla scomparsa di Keith Haring, uno dei massimi esponenti del graffitismo mondiale. Lo ha fatto La Stampa dell’8 febbraio con un bellissimo articolo di Francesco Bonami. E siccome le coincidenze non vengono mai sole negli stessi giorni due graffitari spagnoli hanno bloccato la metropolitana di Torino nel tentativo di lasciare la loro impronta sui muri della galleria. Perché il tema di Vandal è proprio quello dei writers. Lui è un artista della bomboletta, solitario, senza nome e senza volto, ammirato dai coetanei per le sue imprese e nello stesso tempo odiato. A lui si contrappone una banda di ragazzini, tra cui il quindicenne Chérif, prima sballottato tra una casa e l’altra per la solita disgregazione familiare e infine approdato presso una zia a Strasburgo. E’ il tranquillo cugino con cui vive che lo introduce nel mondo dei graffitari che nottetempo escono di casa per lasciare le loro impronte sui muri della città. Non è un artista convinto ma è affascinato da quel miscuglio di ribellione e trasgressione. Chérif però infrange la regola del silenzio e mette a parte del suo segreto una compagna di scuola. Da quel momento seguirà una strada parallela e alternativa al gruppo e quando si presenterà l’occasione sarà in grado di raccogliere l’eredità di Vandal e continuarne le gesta.
Interessante opera prima di un promettente trentenne francese, Hélier Cisterne, che si avvale di un bel gruppo di adolescenti accanto ad attori francesi affermati (Marina Foïs, Jean-Marc Barr…). Porta sullo schermo una rabbia giovane, non dissimile da quella che inizialmente deve aver spinto i vari Haring, Basquiat, Bansky, etichettati e perseguiti come imbrattamuri prima di essere considerati degli street artist. Se si presenta l’occasione, è un film da vedere.

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