Ho letto “Le dieci donne del cavaliere” di Arto Paasilinna

Un gentiluomo non dimentica mai le attenzioni che gli sono state rivolte.
Chi ha apprezzato “L’anno della lepre” e “Il bosco delle volpi” si troverà un po’ spiazzato dall’inconsistenza di questo ultimo romanzo di Paasilinna. Non c’è più la freschezza dei due romanzi citati, non c’è la forte satira ambientale di “Prigionieri del paradiso” e “L’allegra apocalisse”. Qui lo scrittore finlandese inventa un improbabile industriale che festeggia contemporaneamente il sessantesimo compleanno e la nomina a cavaliere del lavoro. Passata la festa, l’uomo, Rauno Ramekorpi, si ritrova con una enorme quantità di fiori e di omaggi gastronomici (per lo più caviale e champagne…..) che inizia ad elargire a un certo numero di amichette. Da una alcova all’altra trascorrono così due giorni ed è tempo di tornare a casa dalla moglie. Per il pellegrinaggio in tutta Helsinki Ramekorpi ha ingaggiato un taxista, Seppo Sorionen, che è lo stesso che accompagnava lo smemorato di Tapiola, dell’omonimo precedente romanzo. Per la cronaca, dopo qualche mese, il nostro cavaliere è preso dalla nostalgia e con la scusa dei regali di Natale torna a dare una ripassata a tutte quante.
Nonostante il tema, il romanzo non riesce ad essere volgare. E’ soltanto debole e noioso: le dieci donne che incontra (di tutte le età….fino ai 70!) non riescono mai a “bucare” il libro e a brillare di luce propria. Ramekorpi, d’altra parte, sembra interpretare perfettamente l’antico tormentone “basta che respiri….”. Per cui non credo che Paasilinna si sia ispirato (il romanzo è del 2001) ad un certo cavaliere italiano dai gusti senz’altro più ricercati.
A sessant’anni aveva la faccia tosta di tenere il piede in dieci scarpe. Spudorato fallocrate! C’erano uomini che si accontentavano anche di una donna sola…..parecchie delle sue amanti lo consideravano un maiale della peggior specie, la quintessenza del vecchio libidinoso che saziava i suoi istinti perversi dietro compenso e sfruttava deliberatamente delle povere donne bisognose per sottometterle ai suoi biechi fini.

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