Ho visto “The Repairman” di Paolo Mitton

Anche dopo essermi dato due giorni di tempo per pensarci su, non mi riesce di difendere un film sostanzialmente noioso, per non dire inguardabile. Neppure se mi vesto da partigiano sciovinista, per un lavoro fatto tra il Monregalese e le Langhe e sostenuto da Film Commission Torino Piemonte e da FIP Film Investimenti Piemonte. E dire che le premesse erano interessanti: The Repairman (ma che ci azzecca il titolo in inglese?) parte con intenti di ecologia e sostenibilità (Ogni riparazione è una piccola rivoluzione), peraltro rimasti sulla carta, e con il proposito di essere commedia generazionale, Perché cambiare vita, se puoi aggiustare quella che hai? Alla fine commedia non è e neppure ritratto di una generazione. Scanio Libertetti, il riparatore, è un mollaccione sfigato che non va da nessuna parte, circondato da personaggi improponibili. L’unico concreto è lo zio panettiere che funge un po’ da confessore (interpretato da un ottimo Beppe Rosso). La storia non diverte, non si ricorda una sola scena che faccia sorridere. La sceneggiatura gioca male anche le uniche situazioni tipiche e collaudate della commedia all’italiana (e francese), cioè le cene domestiche tra amici che si punzecchiano.
Dunque Scanio ciondola tra una vita da single in un decrepito alloggio in affitto dove ripara per conto terzi macchine da caffè e una relazione con una improbabile sociologa inglese, Helena, per cui si trasferisce a casa di lei. E alla fine soccombe per immaturità (è un trentenne!) o forse per alienazione dovuta ai campi magnetici di un elettrodotto che passa nei pressi.
Lo Scanio di Daniele Savoca, che vanta ruoli drammatici nei film di Louis Nero, proprio non buca lo schermo e la Helena di Hannah Croft non va al di là di una simpatica inflessione inglese. All’esordiente Paolo Mitton, un quarantenne che vive a Londra, dove ha lavorato nel cinema occupandosi di effetti speciali di film come Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Troy e La fabbrica del cioccolato, vogliamo concedere una prova d’appello?

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