Ho letto “Andare insieme, andare lontano” di Enrico Letta

Premesso che considero demenziale comprare i libri scritti dai politici, mi ero riservato questa eccezione per il volumetto di Enrico Letta. Lo aspettavo e sono andato a cercarlo in una Feltrinelli pochi giorni dopo l’uscita. Tra le novità di saggistica non c’era e neppure sui banconi del pianterreno, dove si sofferma il novanta per cento dei clienti. Ho dovuto chiedere. Era al piano di sopra, nascosto in uno scaffale. Ora non dico che debba essere trattato come un best-seller, ma era comunque una novità vivaddio! Che sia in atto un boicottaggio dei poteri forti, amici del cicisbeo fiorentino? Poi c’è stato il Salone del Libro e Letta ha presentato il suo. Mediaticamente è andata così così, la presentazione è finita annacquata nella miriade di eventi programmati. Resta però il libro che ho avuto urgenza di leggere perché, come si sa, se non letti subito i saggi di attualità politica nel giro di poche settimane diventano obsoleti e inutili. Dapprima la politica e l’economia internazionali. Letta parla del sorpasso che nel 2016 sarà operato dal Bric (Brasile, Russia, India, Cina) a scapito dell’Occidente (USA e UE) in termini di potenza economica, a cui si può opporre solo un multilateralismo di orientamento democratico e progressista: moderno, liberale, inclusivo già operato da Obama e non ancora compreso dall’UE. Non mancano le critiche al Consiglio europeo, interpretato troppo spesso in chiave nazionalista e di difesa degli orticelli locali. Manca, secondo Letta e non è difficile convenirne, una visione totalmente europea da parte dei singoli parlamentari.
Ma non era questo il motivo per cui volevo leggere il libro, né il capitolo che Letta dedica alla Germania, da anatra zoppa a potenza del vecchio continente, il nuovo nemico a cui dare sempre la colpa, in cui l’ex presidente del consiglio rivendica, non senza un comprensibile compiacimento, la sua attività in campo internazionale o meglio ancora le basi poste per il raggiungimento di risultati poi goduti da altri. Volevo leggere invece di Italia e del piano di rilancio economico. Scrive Letta: …il piano “Destinazione Italia” era una risposta, non completa ma certo molto ricca e composita, di politiche economiche in direzione di obiettivi ben chiari, con cronoprogrammi e strumenti di valutazione per verificarne la realizzazione. E ancora: Solo che nel passaggio da un governo all’altro è scomparso il nome. Per quanto mi riguarda, titolo o non titolo, poco importa. Insieme compiacimento e recriminazione per non aver potuto portare a termine il progetto: E io a “Destinazione Italia” lego non solo l’orgoglio di una politica economica all’attacco, dopo che per anni sui mercati internazionali il nostro Paese era stato oggetto di analisi solo per l’emergenza del debito e la sua gestione...
Letta affronta le vicende Alitalia, Mare nostrum, le politiche per le migrazioni. Accenna a ricette e soluzioni che chi è venuto dopo di lui non ha seguito. Mi aspettavo di trovare qui e là un po’ di acredine nei confronti di Renzi, qualche giudizio politico negativo verso chi gli ha fatto le scarpe. Invece quasi nulla, sono rimasto deluso. Anche in questo frangente e in questo libro Enrico Letta si dimostra un vero signore. Al massimo vi si legge un passaggio come questo: Nel lavoro faticoso e al tempo stesso entusiasmante di quei dieci mesi ho convissuto, dal primo all’ultimo giorno, con una costante: la precarietà come regola quotidiana, l’urgenza, la fibrillazione permanente. E, poi, la sensazione di un assedio continuo. Spinte diverse tra loro che convergevano verso un unico obiettivo: far cadere il governo. Prima Beppe Grillo, poi Silvio Berlusconi, infine Matteo Renzi. Ciascuno ha tentato, a modo suo, di far partire i titoli di coda. L’ultimo tentativo, com’è noto, è stato quello decisivo. Buona la terza. Oppure accenna al “passo dopo passo” che ha soppiantato la “retorica del turbo” e alla priorità del governo che sembra essere “fare per dire di aver fatto”, in un “quadro politico prima plurale e oggi dominato da una persona sola”. Tutta qui la sua amarezza.
Andare insieme, andare lontano è tutto sommato un’analisi attenta ma pacata degli ultimi anni italici. Ora Enrico Letta sembra aver fatto altre scelte (auguri!), ma penso che in questo Paese ci sarebbe ancora bisogno di una persona del suo valore.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri, Politica. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*