Ho letto “Sovvertimento dei sensi” di Stefan Zweig

In occasione del sessantesimo anno d’età e del trentesimo di insegnamento a un professore di letteratura inglese viene regalato un libro, scritto dai suoi studenti, nel quale è narrata la sua storia attraverso scritti, saggi, contributi scientifici. Tutta la sua carriera è accuratamente esposta, manca solo un particolare, un grande segreto inconfessato che i suoi studenti non possono conoscere: l’incontro in gioventù con un docente affascinante e carismatico che gli aveva letteralmente sconvolto la vita. La confessione, più a se stesso che ad altri, prende le mosse da quando Roland, figlio di un rettore di una università nel nord della Germania, viene mandato a Berlino per intraprendere gli studi universitari. Una scelta controvoglia e infatti il giovane a Berlino fa di tutto fuorché studiare.
Allora, a Berlino, provai un sentimento di libertà di un’ebbrezza così potente da non poter più tollerare la pur fugace clausura di un’ora di lezione e persino i confini delimitati della mia stessa stanza: tutto ciò che non conduceva all’avventura mi appariva tempo perso.
Ma al termine del primo semestre il genitore piomba a Berlino e, constatato il fallimento del figlio, lo fa trasferire in una università di una piccola cittadina della Germania centrale.
Lì fa subito la conoscenza con l’ordinario di filologia inglese. Mai avevo sentito parlare una persona in modo tanto appassionato, tanto travolgente – per la prima volta sperimentai ciò che i latini chiamano raptus, l’essere trascinati via oltre se stessi…
Colpito dal fervore della sua eloquenza e trainato ipnoticamente verso il professore, l’allora diciannovenne instaura un rapporto privilegiato, tanto che si trasferisce in subaffitto in una stanza della casa dove il docente vive con la moglie. Shakespeare, il Coriolano, Troilo e Cressida, Pericle…è un continuo, sincero e privilegiato trasferimento di conoscenza tra maestro e allievo. Quando il ragazzo viene a sapere che il professore ha in serbo il progetto di un’opera in due volumi sul Globe Theatre, si offre di fargli da scrivano. Per mesi scrive sotto dettatura e intanto il lavoro prende forma: il mio zelo era la vanità di affermarmi di fronte al mio maestro.
Frattanto si accorge che nel ménage coniugale qualcosa non funziona, Roland si rende conto di quante zone oscure nasconda un matrimonio. Il professore si assenta spesso per alcuni giorni senza dire dove si reca, le battute della moglie in proposito si fanno sempre più evidenti. Cosa c’entravo io con il loro segreto, perché mi mettevano al centro della loro passione con occhi bendati? Perché incitavano i miei sensi ognuno con il proprio bruciante cumulo di ira e odio?
Infine il professore dichiara la propria omosessualità e l’amore per Roland che vive uno sconvolgente sovvertimento dei sensi: un aguzzino a cui mi ero teneramente legato e che odiavo amandolo e amavo odiandolo. E gli perdona anche il fugace rapporto che ha avuto con sua moglie.
Sovvertimento dei sensi (Verwirrung der Gefühle – 1927) è un bellissimo racconto sulla seduzione intellettuale, sulle ossessioni, i sensi di colpa, i desideri inconfessati. E’ grande letteratura. Stefan Zweig lo ha scritto nel 1927.
ma in fondo a che serve l’autocommiserazione contro lo scompiglio dell’anima?

Altri libri letti:
Ventiquattro ore nella vita di una donna
Estasi di libertà

Notte fantastica

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