Ho letto “La quarta forma di Satana” di Pieter Aspe

E una volta tanto non si tratta di un malcostume tipicamente belga. Il nepotismo è forse l’unica forma di corruzione universalmente praticata.
Il commissario della polizia di Bruges Pieter Van In è alle prese con una vicenda che vede un omicidio per avvelenamento, un altro simulato come suicidio e una strage a colpi di kalashnikov all’uscita di una messa da una chiesa in centro città. Come mettere insieme tutto questo? Il ruvido ispettore fiammingo brancola nel buio pur avendo capito che il tutto ruota attorno a una setta che pratica il satanismo. Tra l’altro si trova tra i piedi un’avvenente giornalista, Saartje Maes, che gli viene imposta dal capo della polizia e che intralcia il suo modo di condurre le indagini. Poi si rivela essere ispettore della sicurezza nazionale interessata a ricerche sulle sette nella zona di Bruges. Il donnaiolo Van In cerca di resistere al fascino della ragazza, perché è sempre marcato a vista dalla sua compagna, il sostituto procuratore Hannelore Martens, ormai prossima a farlo diventare papà.
Un’occhiata allo specchio quella mattina gli aveva dimostrato che una notte insonne e una mancata rasatura erano sufficienti a tramutare un quarantenne di discreta presenza in un cinquantennne cadente.
Al suo aspetto sempre trasandato certo non giova la quantità di birre Duvel che si scola in ogni romanzo e che anche questa volta mi sono scordato di contabilizzare. Come sempre gli è fedele compagno il brigadiere Guido Versavel che lo sostiene sia nei momenti di sbandamento etilico che durante i periodi di baruffa con Hannelore. Quanto all’inchiesta, le false piste si susseguono: c’entra il satanismo, ma anche la droga e non sono estranee le questioni familiari e quelle economiche.
Da un lato i pezzi del puzzle sembravano coincidere in modo fin troppo semplice, dall’altro aveva la sgradevole sensazione che quel mix di satanismo, droga e patologie mentali potesse rivelarsi esplosivo come una fiala di nitroglicerina sulle montagne russe.
Il personaggio che tesse la trama criminale appare e scompare sotto il nome di Venex, ma la sua identità, come nei migliori polizieschi, viene svelata solo nelle ultimissime pagine. E sarà un grossa sorpresa. Intanto Hannelore avrà partorito due gemelli e nella storia successiva, Sangue blu, vedremo Pieter indaffarato nelle vesti di padre.
La quarta forma di Satana (1998) è il quarto volume della serie incentrata sul commissario Van In che in Italia è stata fatta conoscere da Fazi Editore. E’ in linea con le storie precedenti, vicenda un po’ complicata e i cognomi fiamminghi a volte molto simili tra loro non ne agevolano la compresnione. Pieter Aspe, classe ’53, ha fatto un’infinità di mestieri prima di dedicarsi completamente alla scrittura nel 1995.
Di notte gli ospedali appaiono ancora più desolati che durante le ore diurne. Probabilmente è colpa del silenzio opprimente che vi regna, accentuando l’inquietudine degli insonni e amplificandone i lamenti. Nel buio, i corridoi somigliano a binari delvauxiani sui quali la morte, alla guida dell’ultimo treno, conduce passeggeri che acquistano un biglietto, incuranti della destinazione finale.

Gli altri libri di Pieter Aspe:
Il quadrato della vendetta (1995)
Caos a Bruges (1996)
Le maschere della notte (1997)
Sangue blu (2000)

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