Estremìa, “that’s folk, baby!” la nuova frontiera della musica trad

Ci sono vini di pronta beva e altri cosiddetti ‘da meditazione’. La similitudine enologica mi è utile per introdurre questo disco che solo in apparenza è ‘da ballo’ – pur se non disconosce le origini da balfolk – mentre in realtà è musica da ascoltare e approfondire più e più volte, fino a raggiungere una sorta di estasi. Esagerato? Provate ad ascoltarlo, è disponibile sulle principali piattaforme ed ha anche un packaging da conservare.
Però andiamo con ordine. Prima è venuta l’idea, nata dalla collaborazione tra Vincent Boniface (l’Orage, Abnoba, Pitularita…) e Marta Caldara (Syndone, Collettivo Decanter). Poi il progetto, infine è arrivato l’interlocutore giusto (Rox Records). Il tutto è durato un paio di anni. Finalmente da qualche settimana That’s folk, baby! è un oggetto fisico.
Là dove la terra finisce e inizia l’infinito è Finisterrae: qualche accordo ben piantato al suolo e poi la musica si dispiega come le vele al vento sull’oceano, pare perfino di sentire l’odore della salsedine. Piccole pause come quando il soffio si fa più debole e poi la musica ci riporta via, verso l’ignoto.
Les doigts de Carmen è un brano di Evelyne Girardon in suite con un brano di Vincent, Vache folle. Inizia come un tradizionale scottish, poi viene arricchito dalle atmosfere jazz del pianoforte che presto con l’organetto si trasformano in un brano di impronta latino-americana.
Anche Slogan è uno scottish, opera di un affermato organettista di Grenoble, Norbert Pignol. Nella versione di Estremìa con la presenza del beatboxer aostano Bramo (ospite in altre due tracce) diventa quasi un brano hiphop.
Echi di atmosfere medievali sono in Mensonge pour danser, mentre siamo decisamente in terra d’Albione con One pound less, brano dell’organettista britannico Andy Cutting, a cui Vincent fa seguire la sua composizione Kamala che Marta arricchisce di venature classiche al pianoforte.
E’ musica d’ascolto, ma come resistere però all’invito al ballo di Aladin’s doubt, una chapelloise composta da Boniface? Mette voglia di muoversi subito. La ripetitività delle frasi musicali, tipica dei balli trad, nelle mani di Vincent e Marta diventa un valore aggiunto e consente digressioni interessanti a entrambi gli strumenti.
In Boing, dal punto di vista del ballo un andro, ritroviamo Bramo che accompagna la melodia con le sue ‘percussioni’ vocali.
La celebre cantilena infantile di Madama Doré introdotta al piano da Marta diventa lo spunto per un brano ricco di suggestioni come Juskaskeu, con i ricami dell’organetto di Venso ben contrappuntati dalle note del pianoforte.
Con Polemique, un cercle circassien, torna la voglia di agitarsi al suono della musica. E’ un brano di Isabelle Pignol interpretato nella forma trad più ortodossa dai due musicisti valdostani.
Il disco si conclude con una delicata mazurkina che si evolve ancora una volta nel finale con nuove sonorità grazie all’intervento di Bramo. In verità si tratta di un medley di tre brani di diversi autori: Mazurbloise – L’impasse – Motorway Mazurka. Il risultato è fantastico e congeda l’ascolto con una sensazione di profonda serenità.
Comunque lo giri That’s folk, baby! è un lavoro complesso che sfugge alle consuete catalogazioni. Vuoi per la scelta dei brani – ognuno ha un motivo per essere stato messo lì. Vuoi per la presenza del pianoforte, insolita in un contesto trad. Vuoi, ancora, per le orchestrazioni. Potrebbero storcere il naso i puristi del balfolk ma cosa c’è di più bello che lanciarsi nei balli tradizionali ascoltando brani di grande ricchezza armonica e arrangiamenti di alta qualità?
Ho già spiegato in altra occasione che estremìa è l’allarme che storicamente veniva dato con le campane nei paesi della Valle d’Aosta in presenza di un’emergenza, incendio o alluvione o quant’altro. Vincent e Marta non si stancano di ripetere perché hanno scelto questo nome: “perché la situazione della cultura ha raggiunto livelli di guardia, oppressi come siamo da musiche finte e sempre uguali che minacciano le nostre orecchie e i nostri animi“. Come dar loro torto?
That’s folk, baby! è stato registrato al MeatBeat studio di Aosta e masterizzato da Pascal Cacouault. La grafica è di Giuliano Morelli.

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