Checkpoint Circus premia Rio Ballerani e Elisa Mutto

Cosa si può fare in soli quindici minuti di performance, poi soggetta alla valutazione di una giuria di critici e di pubblico? Naturalmente occorre far risaltare le proprie capacità, mettere in evidenza tecnica e stile, eclettismo e virtuosismo, ma soprattutto bisogna saper trasmettere emozioni e accendere delle curiosità. Ci hanno provato al Festival sul Filo del Circo nella serata evento Checkpoint Circus sei giovani compagnie internazionali. Ciascuna di esse ha proposto un embrione di uno spettacolo più complesso che servirà loro per entrare nell’empireo della professione circense. Proprio questa è la filosofia alla base della gara realizzata in collaborazione tra Mirabilia Festival-Associazione IdeAgorà di Fossano, Circolo Lessona-Ratataplan, il circuito FEDEC (Federazione Europea delle Scuole Professionali di Circo), Compagnia Qanat – Cirko Vertigo e con il progetto Jeunes Talents Cirque Europe, della piattaforma europea Circus Next e della FISAC (Federazione Italiana delle Scuole di Arti Circensi). Il premio di 5000 euro al vincitore è inteso come sostegno alla produzione di uno spettacolo che sarà presentato all’interno dell’edizione 2016 del Festival Internazionale Sul Filo del Circo. Ovviamente ne è scaturito un contest divertente che ha catturato il numeroso pubblico accorso sotto lo chapiteau del teatro Le Serre di Grugliasco.
Ma vado con ordine, secondo quanto ho visto quella sera.
Chip Circus Bizarre Co. (Spagna/Argentina) con Pablo Caceres Tena, David Diaz Mendez, Julian Carrada ha proposto Artefacto. L’esibizione è basata sul concetto del riciclo di oggetti di uso comune divenuti obsoleti. Nella fattispecie, vecchi televisori come oggetti di giocoleria e videogiochi modificati e riprogrammati per produrre nuovi suoni (non la chiamerei musica, anche se uno dei tre accompagna con la chitarra elettrica). Le tecniche usate sono la roue cyr e il contact juggling. L’idea di fondo è buona e potrebbe avere sviluppi anche verso altri elettrodomestici che hanno concluso il loro ciclo, immagino qualcosa con la lucidatrice, il frullino, la macchina da cucire… Tutto sta nel far lavorare la fantasia.
Compagnia Helaba (Belgio/Francia) con Camille Paycha e Ruben Mardul ha presentato Fingo. Ho trovato assolutamente geniale e altamente poetica la scelta di portare in scena l’antica ruota del vasaio ovvero il disco che ruotava su un perno mosso dai piedi mentre le mani dell’artigiano modellavano l’argilla (torni che si usano ancora, ma la rotazione è data da un motore elettrico). Ruben fa ruotare sul piatto Camille che assume di volta in volta posizioni plastiche, poi anche con l’uso delle cinghie aeree, a cui fa seguito un numero di acrodanse in cui emerge tutta la bravura del ragazzo (21 anni) poi accreditato di una menzione dalla giuria.
Indaco Circus (Italia) con Giorgia Setaro e Laksmi Valnei in Rechazos y Caidas. Siamo nel campo dell’acrobatica mano a mano, verticalismo, giocoleria (clave) e quindi dell’arte circense più pura e del caleidoscopico e affascinante mondo del teatro di strada che Paolo Stratta ben conosce avendo dedicato anche un libro alla Piccola tribù corsara.
E’ naturale che a questa esibizione di forte impatto siano andati i favori di molti dei presenti.
Cia Caì (Spagna) con Elia Pérez e Sabrina Catalàn ha proposto un’esibizione dal titolo chilometrico, No es la boca la que va a la cuchara sino la cuchara che va a la boca, che evoca un detto popolare e che non necessita di traduzione. Pur non presentando molta tecnica circense – in uso corda verticale e trapezio fisso – è lo spettacolo che mi ha incuriosito maggiormente per la forte drammaturgia presente e di cui vorrei vedere gli sviluppi in una eventuale produzione di un’ora. Le due artiste sono scatenate, fanno un teatro fisico in cui le rispettive esperienze di vita si scontrano, confliggono e infine si fondono nelle acrobazie aeree.
Les Objets Volant (Francia) con Jonathan Lardillier e Jean-Baptiste Diot, due jongleur, come li chiamano in Francia, che operano in una compagnia più ampia.  Hanno presentato Pop Corn. E’ uno spettacolo di giocoleria pura, accompagnato da una colonna sonora di musica elettronica. Nella prima parte, passing di cerchi, qualche esitazione ma si sono prontamente riscattati con una virtuosistica e affiatata (non potrebbe essere altrimenti) esibizione di manipolazione di sfere.
Risa & Rien (Italia) con Rio Ballerani e Elisa Mutto in Gas. Molto conosciuti a Torino, essendo prodotti dal Cirko Vertigo, si sono esibiti al festival anche in altre formazioni. A loro è andato il Premio Internazionale di Circo Contemporaneo per un frammento di spettacolo ambientato negli anni ’70 (una vecchia Vespa funzionante, abiti e trucco ispirati all’epoca). Giocano una coppia in continua competizione che si sfida nelle acrobazie: tessuti lui, cerchio aereo lei. La ragazza lo pianterà in asso e gli porterà via la Vespa. Alla bravura circense abbinano buone doti teatrali e questo ha messo d’accordo pubblico e critica. Elisa Mutto è formidabile, un’attrice consumata! Se fossi un agente teatrale la scritturerei subito. In ogni caso li rivedremo al prossimo Sul Filo del Circo.

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