Ho letto “Mani impure” di Patrizia Durante

Un uomo con le mani scuoiate.
L’idea di fondo attorno alla quale ruota tutto il romanzo è alquanto suggestiva. Punire qualcuno che si è macchiato di orribili pratiche di pedofilia attraverso un rituale simbolico: dapprima la lavanda delle mani (che il sapone utilizzato provenga dalla Provenza e profumi di lavanda ne raddoppia il significato) quindi lo scuoiamento delle mani stesse, con una incisione praticata tutt’attorno al polso rivoltando poi la pelle come un guanto. La morte del malcapitato, prima o dopo l’operazione, è soltanto un dettaglio insignificante. Mani impure, dunque, è un titolo azzeccato. Lo stesso assassino se le era già sporcate in passato (per imbracciare armi e concludere sporchi affari) poi però è diventato un giustiziere tanto che la stessa polizia sarebbe quasi tentata di lasciarlo portare avanti l’opera.
Tutto questo, nella fervida fantasia della scrittrice Patrizia Durante, avviene a Torino. E non può essere altrimenti visto che la ragazza è annoverata tra i membri di Torinoir, un gruppo di giallisti torinesi (con diversi torinisti), addirittura ne è fondatrice oltre che l’unica donna. Per la precisione, teatro di questa vicenda mozzafiato è la Cavallerizza Reale con qualche scostamento nell’Amazzonia Colombiana e nella già citata Provenza.
Il locale era una piccola porzione dei famosi infernotti, cunicoli sotterranei molto conosciuti e presenti in quasi tutta la zona del centro cittadino, legati alla vicenda storica di Pietro Micca e dell’assedio di Torino.
Torinese è l’endroit, torinesi i cognomi dei personaggi, scelti con cura: Gasco, Ricca, Masera, Costamagna…  Nel delineare il carattere del killer seriale, l’autrice ha però calcato molto la mano, tanto che la parte in Colombia pare uscita da un romanzo di Don Winslow. Ma tant’è, centellinandone i trascorsi riesce a farla apparire quasi credibile.
“Come sei arrivato ad essere il mostro che sei?”
Rebecca Messori è l’ostinato commissario, sposata e con due figli grandi, Ivan Gasco il suo vice. Tra loro c’è un tenue gioco di seduzione. Nessuna somiglianza con altre coppie di sbirri così assortite: ad esempio il feeling tra Petra Delicado e il fido Fermìn Garzòn, creature di Alicia Giménez-Bartlett, si limita alle birre bevute insieme…
Patrizia Durante cucina con tutti gli ingredienti del noir metropolitano (c’è anche l’ombra dei Servizi Segreti, così come compare una collaboratrice hacker che ricorda Lisbeth Salander) ma in definitiva trasmette un grande senso di appartenenza verso la propria città. Libro godibilissimo.

PS. Ho una teoria: che i libri degli amici vanno comprati (inutile che spieghi il perché) ma non vanno letti (lascio immaginare il motivo). A volte però faccio delle eccezioni.

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