“L’angelo di neve” thriller nordico di Ragnar Jònasson

…devi ammettere che è un bel contrasto, il rosso del sangue sul bianco della neve.
L’Islanda si conferma terra fertile per il giallo nordico. Complici il secolare isolamento, il paesaggio inospitale, una cultura ricca di miti, leggende, saghe, è diventata lo sfondo ideale per ambientarvi dei thriller. Alla ricchissima biblioteca dell’oggi sessantenne Arnaldur Indriðason, ho aggiunto ora la lettura di Ragnar Jónasson, classe 1976, autore di una serie di cinque polizieschi di cui L’angelo di neve è il primo episodio. I romanzi di Jónasson sono ambientati a Siglufjörður, un paesino di 1200 anime la cui economia si fonda sulla pesca delle aringhe e sul loro inscatolamento. È il punto più a nord dell’Islanda ed è accessibile solo attraverso un tunnel a carreggiata unica, d’inverno quasi mai praticabile per l’eccesso di neve, oppure dal mare. Vale la pena di dare un’occhiata ai filmati presenti su youtube per capire meglio la zona.
A Siglufjörður arriva un giovane poliziotto, Ari Þór, che ha abbandonato gli studi di teologia per partecipare a un corso per entrare in polizia, superato il quale accetta di andare al nord lasciando a Reykjavík una casa e la fidanzata convivente Kristín. È il suo primo incarico, il posto è tranquillo (nessuno chiude mai la porta di casa), di quelli dove non succede mai nulla, un’abitazione è prevista dal contratto, l’auto di servizio no, ma tanto non servirebbe. I primi giorni sono di totale routine, non c’è molto da fare e Ari Þór ne approfitta per conoscere un po’ di gente, tra cui una ragazza, Ugla, da cui inizia a prendere lezioni di pianoforte. Una delle realtà culturali più significative di Siglufjörður è la filodrammatica che proprio in quei giorni sta preparando una nuova recita. La dirige uno scrittore ultranovantenne, Hrólfur Kristjanssón, che ha vissuto di rendita tutta la vita grazie ad un unico libro che ha avuto enorme successo in tutto il mondo. All’interno del gruppo c’è un po’ di competizione, quando ci sono da scegliere il testo da recitare e gli attori per i vari ruoli. La stessa Ugla ha soffiato la parte della protagonista.
Una sera, Hrólfur viene trovato morto in teatro durante una pausa delle prove, ai piedi di una scala. Tómas, il capo della polizia locale, è uno che non vuole troppe rogne e vorrebbe archiviare la morte come accidentale. Ari Þór non ne è convinto ma deve stare alle direttive del suo capo. Tutto si complica quando una giovane donna, Linda Christensen, viene ritrovata in un giardino priva di sensi e in una pozza di sangue. È la moglie di Karl Steindór Einarsson che nella pièce dovrebbe interpretare il principale ruolo maschile. I due fatti sono collegati? Secondo il giovane poliziotto sì e anche Tómas inizia a esserne  convinto. L’eco della vicenda supera le montagne e giunge alla capitale attirando la curiosità morbosa della stampa. La soffiata arriva dall’interno del commissariato.
Ari Þór aveva imparato che i segreti tendevano a diffondersi con incredibile velocità in una città così piccola. “Hrólfur era ricco? Chi sono i beneficiari?”.
Siamo in gennaio e Siglufjörður resta parecchio tempo bloccata per la neve. Meglio così, nessuno può fuggire dal paese. Il giovane e inesperto Ari Þór riesce a fare breccia nella diffidenza della gente che ha faticato ad accettarlo e dimostra inaspettate doti investigative.
Ma il buio e la neve non sarebbero mai stati sconfitti.
Ragnar Jónasson scrive molto bene, riesce ad accendere la curiosità del lettore e mantiene viva la tensione. I paesaggi descritti sono incomparabili, i caratteri sono ben delineati.
Il contesto della filodrammatica ricorda in qualche modo quello del romanzo Il metodo Catalanotti di Andrea Camilleri, una delle ultime storie di Montalbano. Anche l’ucciso Carmelo Catalanotti era direttore di un teatro amatoriale e la storia si fondava su invidie e risentimenti. Come a Siglufjörður.

L’angelo della neve (Snjóblinda – Snowblind) – 2018, Marsilio
I giorni del vulcano (Myrknætti – Blackout) -2019, Marsilio
Fuori dal mondo (Rof – Rupture) – 2020, Marsilio
La donna del faro (Andköf – Whiteout) – 2020, Marsilio
Notturno islandese – 2021, Marsilio
(traduzioni dall’islandese di Silvia Cosimini)

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