Ho letto “Il ragazzo di Bruges” di Gilbert Sinoué

Nuovamente Gilbert Sinoué mi delude. Dopo Il silenzio di Dio anche questo romanzo non mi appassiona. L’autore gioca con personaggi realmente esistiti collocandoli in una storia poco plausibile. Vorrebbe essere un noir tre-quattrocentesco ma non riesce mai a prendere quota. Donatello, Antonello da Messina, Brunelleschi, Fra Angelico, Lorenzo Ghiberti, Cosimo de’ Medici ruotano attorno al personaggio principale che è un figliastro del pittore fiammingo Jan Van Eyck, il perfezionatore della tecnica a olio. Proprio le sue scoperte in questo campo sono il motivo scatenante di una serie di omicidi nell’ambiente dei giovani pittori apprendisti, tra Bruges e Firenze. Dopo la morte del patrigno il bambino – pure lui di nome Jan – viene aiutato da un oscuro personaggio, Idelsbad alias Francisco Duarte, mezzo fiammingo e mezzo portoghese. La storia si fa alquanto pasticciata e diventa difficile capire dove l’autore vuole andare a parare. I “cattivi” sono i nemici del Sapere e della Conoscenza e vengono puntualmente sconfitti. Il “bugiardino” del libro lo reclamizza come un ripasso di storia dell’arte. Mi sembra eccessivo, tutt’al più ciò che resta è un po’ di terminologia dell’epoca.

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