Ho visto “Il fondamentalista riluttante”

E’ ancora 11 settembre, questa volta con una regista indiana e produzione americana che mette al centro la parabola esistenziale e professionale di un giovane pakistano, Changez Khan. Un talento che si fa strada nel mondo della finanza newyorkese, dapprima assunto e poi cooptato in una società di analisi finanziarie, proprio all’epoca dello shock delle Torri Gemelle. In breve tempo la sua vita nella Grande Mela cambia: nonostante sia un brillante manager entra nel mirino dei servizi di sicurezza in una cieca – ma in quel momento comprensibile – caccia al musulmano. Changez abbandona la carriera e una fidanzata artista e fa ritorno a Lahore, dove inizia a insegnare all’università, secondo la Cia, scatenata nella caccia a Bin Laden, non disdegnando di trasmettere i valori del fondamentalismo.  La storia è raccontata a ritroso, durante il drammatico incontro a Lahore con uno scrittore/giornalista/agente americano in un momento delicato dei rapporti tra Stati Uniti e locali. E’ infatti appena stato rapito dai fondamentalisti un professore universitario americano. Bobby Lincoln prima che si scateni il putiferio contro gli studenti tenta di farsi dire da Changez dove è nascosto il rapito. Ma non è detto che questi sappia o voglia dirlo.
E’ interessante la metamorfosi di Changez Khan, riluttante perché mai completamente convinto che l’odio e la vendetta siano la soluzione giusta e che al termine di un difficile processo interiore sembra intravedere un futuro di non violenza.
Film girato con notevole disponibilità di mezzi e con alcune scene pakistane molto belle. Anche la colonna sonora dà il suo contributo alla riuscita del film. Il titolo è piuttosto respingente, ma questa volta non hanno colpa i distributori italiani perché mantiene la traduzione letterale dell’originale. Cast all’altezza: Riz Ahmed dimostra come una barba incolta cambi radicalmente le prospettive; Kiefer Sutherland interpreta il suo glaciale capo Jim; Liev Schreiber convince meno nei panni dello scrittore/spia; Kate Hudson, in carne, è la ricca e sofisticata artista invaghita del pakistano.

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