Ho letto “Punto Omega” di Don DeLillo

Più che un romanzo sembra un esercizio di stile filosofico del buon De Lillo. Cito: “Siamo una folla, uno sciame. Pensiamo in gruppi, viaggiamo in eserciti. Una bomba non è mai abbastanza. La confusione della tecnologia, è lì che gli oracoli tramano le loro guerre. Perché adesso arriva l’introversione. Padre Teilhard lo sapeva, il punto omega. Un salto fuori dalla nostra biologia.” Già, i cinque attributi del punto omega di Pierre Teilhard de Chardin. Don de Lillo li mette in bocca a uno dei due protagonisti, Richard Elster, anziano consulente del governo americano all’epoca della guerra in Iraq, dal quale un giovane documentarista, Jim Finley, vorrebbe raccogliere una testimonianza video, una sola sequenza e un lungo primo piano. Elster è recalcitrante ma poi cede all’insistenza del cineasta e lo invita nella sua casa nel deserto di Sonora, in California. Convinto di cavarsela in pochi giorni, il giovane deve invece fare i conti con un’altra variabile: il tempo.
Ogni momento perduto è la vita. Non si può conoscere se non singolarmente, ognuno di noi in modo ineffabile, quest’uomo, questa donna. L’infanzia è vita perduta rivendicata ogni secondo.
A condividere la routine quotidiana dei due arriva la figlia di Elster, Jessie. Che poi scompare all’improvviso lasciando inquietanti interrogativi.
Su tutta la vicenda incombe – come premessa e conclusione – la proiezione di 24 Hour Psycho, una videoinstallazione ospitata al Moma di New York nell’estate del 2006. Altro non è che la versione del film di Hitchcock dilatata su 24 ore. Una cosa davvero inquietante, con Anthony Perkins/Norman Bates che accoltella Janet Leigh/Marion Crane. Nell’esasperato rallentamento dei fotogrammi si percepiscono altri particolari, rispetto a quelli notati a velocità normale. Si possono contare ad esempio gli anelli della tenda della doccia… Elster e Finley nella premessa, Jessie e uno sconosciuto nella conclusione assistono in momenti diversi alla proiezione.
Per essere un po’ prosaico vorrei anche dire: Cara Einaudi, non ti sembra troppo far pagare 18.50 € per un libro di 120 pagine, anche se bello e coinvolgente? Appunto, cara cara Einaudi! E poi dicono che la lettura…

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