Noterelle siciliane 1 – L’uomo di Capo d’Orlando

L’uomo sullo scoglio si avvicinò mentre stavo guardando il mare. Era un giorno di scirocco e il mare spruzzava la sua schiuma sulla scogliera. Mi ero portato avanti e mi lasciavo bagnare mentre cercavo di fotografare le onde e di scattarmi dei ‘selfie’ significativi. L’uomo evidentemente aveva voglia di attaccare bottone e mi si era avvicinato. A gesti mi stava chiedendo se volevo essere fotografato con lo sfondo del mare. La giornata era limpida ma non caldissima, un giorno tipico di metà giugno. Per natura sono solitario e restìo a parlare con la gente. Ad esempio, in vacanza non ho mai stretto nuove amicizie né mi sono riportato a casa il ricordo di conoscenze fatte. Lo so che mi perdo qualcosa, ma sono fatto così, un feroce grizzly più che un simpatico yoghi. Gli feci cenno di no e l’uomo se ne tornò allo scoglio su cui era seduto. Portava calzoncini corti e si era tolto la maglietta per prendere il sole. Poteva avere tra i settanta e gli ottanta anni e pareva in discreta forma. Completai le foto che stavo scattando con lo smartphone e la meditazione che stavo facendo con me stesso, come sempre mi impone l’osservazione solitaria del mare. Allontanandomi dalle onde ripassai davanti all’uomo e mi resi conto che ero stato poco socievole, anzi addirittura scortese con lui. Cercai allora di rimediare e mi avvicinai chiedendogli se sapeva dirmi i nomi delle isole che si vedevano all’orizzonte. Eravamo sulla spiaggia e sul lungomare di Capo d’Orlando e davanti a noi, nella giornata tersa, si stagliavano le isole Eolie.

Aveva capito perfettamente la mia domanda ma mi rispose chiedendomi: “Do you speak english?”. Strano, non aveva un accento anglosassone. Pensai che potesse essere un turista spagnolo o portoghese o greco in vacanza in Sicilia, ma la sua parlata non tradiva alcuna inflessione. Eppure doveva aver capito benissimo che ero italiano. Seguì una conversazione alquanto assurda. Capii che si sforzava di parlare inglese. Lo osservai meglio. Era sicuramente una persona di cultura. Mi fece venire in mente Camilleri o comunque un qualsiasi scrittore siciliano, un intellettuale, un pensatore della Magna Grecia. Mi snocciolava i nomi delle isole e se cercavo di suggerirne uno che non si ricordava era senz’altro sbagliato: “No, that’s not Panarea. It’s Alicudi”. Mi riservai di controllare su una cartina a casa, avendo come parametro di riferimento Capo d’Orlando.

“Where do you come from?” mi chiese. Torino, risposi. A quel punto mescolando l’inglese all’italiano mi disse che nella via parallela al lungomare c’era un appartamento di due stanze in affitto che mi poteva andare bene. Gli dissi che ero già adeguatamente alloggiato in un residence a Cefalù ma ormai non mi ascoltava più. Si era perso in altri pensieri. Ringraziai e salutai, riguadagnando la passeggiata con l’obiettivo di una granita al caffè.
A casa controllai l’ubicazione delle isole. Era così come diceva lui.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Mare, Viaggi e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*