Ho visitato la mostra di Peretti Griva al Museo del Cinema

Stamattina ho visitato la bella mostra allestita alla Mole Antonelliana, Tonalità tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano, che propone immagini realizzate dal magistrato-fotografo conservate tra le collezioni fotografiche del Museo Nazionale del Cinema e completata da 140 fotografie originali provenienti da collezioni private, organizzate per temi, che raccontano la storia del pittorialismo italiano, espressione artistica sviluppata in Italia tra la fine dell’Ottocento e gli Anni Trenta.
Domenico Riccardo Peretti Griva (1882-1962) è stato un insigne magistrato e un fotografo d’arte, esponente del cosiddetto pittorialismo italiano. “Non lodatemi una sentenza, lodatemi una fotografia” è una frase che la dice lunga su quale importanza abbia avuto nella sua vita la fotografia, un hobby al quale Peretti Griva ha dedicato ogni momento libero. Sua nipote, Giovanna Galante Garrone, ha perseguito con caparbietà l’organizzazione di questa mostra e ne ha curato l’allestimento per quanto riguarda la parte riservata al nonno, ospitata come di solito avviene al Museo in un angolo dell’Aula del Tempio. Lungo la rampa elicoidale, oggi presa d’assalto da scolaresche francofone in libera uscita e poco interessate alle foto d’arte, si sviluppa invece il confronto con gli altri protagonisti della fotografia pittorialista, spesso dilettanti impegnati con successo in altre professioni, nomi noti o a me sconosciuti come Giuseppe Gatti-Casazza, Guido Rey, Cesare Schiaparelli, Stefano Bricarelli, Vittorio Emanuele Rho-Guerriero, Filippo Cianciàfara Tasca di Cutò Principe di Serignano.
Per dirla in breve, lo scopo dei pittorialisti era quello di apportare alla fotografia manualità e senso estetico per renderla comparabile alle arti maggiori, come pittura e disegno. Fotografie come quadri, dunque, con soggetti ripresi dalla natura, vedute, boschi, marine, e poi contesti cittadini, paesaggi esotici, scene domestiche, ritratti, innocenti nudi femminili.
C’è molto da apprendere lungo la rampa perché in appositi pannelli vengono via via presentate le molteplici tecniche di stampa, spesso di ricerca, a cui facevano riferimento quei fotografi: il bromolio trasferto, procedimento interpretativo utilizzato proprio da Peretti Griva, l’ozotipia, la resinotipia, la carta salata, la cianotipia, l’autocromia, la gomma bicromatata, l’oleotipia, le stampe al carbone e al platino. Se le spiegazioni ancora non sono sufficienti non si scoraggino i visitatori, perché al culmine della rampa un efficace video spiega ogni tipo di tecnica. Un’appendice alla mostra della Mole si trova alla Bibliomediateca Mario Gromo dove sono approfonditi temi cari a Peretti Griva, come paesaggi, ritratti e animali “amici”. Le due mostre, aperte fino all’8 maggio, sono corredate da visite guidate e appuntamenti di approfondimento sul pittorialismo e i suoi fotografi.

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