Ho visto “Al massimo ribasso” di Riccardo Jacopino

Al Tff dove era inserito nella sezione Festa Mobile l’avevo perso. Poi l’ho recuperato grazie allo streaming di MyMovies. E’ un lavoro degno di nota per le implicazioni sociali che mette in evidenza. Esaspera un concetto – il massimo ribasso appunto – che è stato ed è il tallone d’Achille delle gare d’appalto pubbliche. Come a volte accade nella realtà, organizzazioni malavitose riescono a bypassare le gare conoscendo l’offerta più bassa e aggiudicandosi appalti sostanziosi. La logica e i meccanismi del massimo ribasso vengono spiegati bene in questo film prodotto dalla Cooperativa Arcobaleno, che a Torino è nota per il Servizio Cartesio, con il supporto di Rai Cinema e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Nella storia portata sugli schermi il quarantenne Diego, un ex poliziotto ombroso e solitario, riesce sempre a conoscere quale sarà l’offerta più bassa nelle gare d’appalto della pubblica amministrazione e ‘vende’ l’informazione a un’organizzazione malavitosa che si nasconde dietro a un ingegnere dal colletto bianco, apparentemente irreprensibile. I metodi di Diego sono diversi, ma gli fa gioco in particolare una sua caratteristica: riesce a leggere nel pensiero dell’interlocutore. Così finiscono in rovina piccoli imprenditori e cooperative che riuscirebbero a sopravvivere solo aggiudicandosi ogni tanto un appalto. Un giorno Diego viene posto di fronte a una scelta etica: continuare nell’azione truffaldina o far fallire la cooperativa dove lavora la ragazza che ama.
Tra pestaggi, suicidi e omicidi Al massimo ribasso è un buon noir di ambientazione tutta torinese, scegliendo tra l’altro scorci non convenzionali, come la passerella Chiaves-Carrara. Ma è soprattutto cinema di impegno civile e una produzione coraggiosa. Sono spesso severo con il cinema italiano ma in questo caso auspico almeno una buona circuitazione. Il regista Riccardo Jacopino, prevalentemente documentarista, è al suo secondo lungometraggio. Matteo Carlomagno, Viola Sartoretto, Alberto Barbi, Stefano Dell’Accio – sicuramente volti noti per chi segue le fiction televisive – per me sono delle scoperte e sono buoni interpreti insieme a tanti altri attori e caratteristi che gravitano attorno alle produzioni torinesi. C’è anche un cameo di Luciana Littizzetto.

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