Ho letto “Ho sempre amato questo posto” di Annie Proulx

Molti lettori non amano i libri di racconti, ma garantisco per questo volume di Annie Proulx, scrittrice americana che parecchi conosceranno per il romanzo breve Gente del Wyoming (1998) da cui è stato tratto il film di Ang Lee I segreti di Brokeback Mountain, vincitore al festival di Venezia 2005. Per inciso, Annie Proulx è autrice di una splendida epopea americana, I crimini della fisarmonica, edito nel 2000 da Baldini&Castoldi.
Questi racconti ci riportano nello stesso territorio che fa da sfondo al citato film. Sono storie di pionieri e di cowboy di oggi, giovani che si muovono tra pickup e fastfood, senza grandi prospettive per il futuro, alla faccia del “sogno americano”. Racconti inesorabilmente caratterizzati da un esito drammatico come la storia di Dakotah Lister  un’infanzia e un’adolescenza difficili prima di arruolarsi nell’esercito e perdere un braccio in un’esplosione in Irak. O quella di Archie&Rose, giovani coloni marito e moglie nel Dakota del 1885, il primo assiderato in una tempesta di neve mentre spostava una mandria, la seconda morta di parto, da sola nella loro capanna in un appezzamento avuto in concessione demaniale e ritrovata solo la primavera successiva. Oppure ancora il bellissimo racconto su Catlin, che dopo una lite con il compagno Marc, si avvia per un’escursione solitaria in montagna. Non anticipo la conclusione, ma come sempre la sorte è cinica.
“Dakotah si rese conto che ognuno di quei ranch aveva perso un ragazzo, chi prima chi dopo: ragazzi sorridenti, sicuri di sé nel pericolo, sani, sbalzati fuori dalla corrente della vita dall’alcol e dalla velocità, da incidenti di rodeo, cavalli cattivi, profondi canali d’irrigazione, alti tralicci, ribaltamenti di trattori e sportelli senza sicura…….Quella era l’oscurità che circondava i ragazzi…..il pericolo che li aspettava man mano che crescevano”.
Dei nove racconti, tutti da gustare, due sono dedicati al diavolo, sì proprio lui, uno dei quali dà il titolo al volume. Lui, il diavolo, anzi il Diavolo, situa curiosamente l’inferno nel ciclismo della Parigi-Roubaix e del Mont Ventoux (dove morì Tony Simpson nel 1967) , all’aeroporto intercontinentale di Shanghai (il peggior terminal del mondo), all’agenzia delle entrate canadese (quella statunitense al confronto è una mammoletta), nei quadri di Hieronymus Bosch. Curioso e divertente. Ho sempre amato questo posto, pubblicato nel 2009 da Mondadori, riunisce racconti usciti negli anni in diverse raccolte di short stories.

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