Ho ascoltato “Argento”, nuovo lavoro di Riccardo Tesi e Banditaliana

Seguo Banditaliana da tempo, prima ancora di avere avuto il piacere di conoscere personalmente Gigi Biolcati, per la sua collaborazione con Folkestra & Folkoro, poi Riccardo Tesi in una serata a Saint-Vincent per la presentazione della sua biografia, Una vita a Bottoni.
Era un lavoro molto atteso, Argento, il nuovo album. Ormai con i social media si riesce a creare, centellinando bene le informazioni, un clima di attesa e di desiderio verso un nuovo prodotto. Così hanno lavorato la produzione Visage Music, la distribuzione Materiali Sonori e lo stesso organettista.
Dunque qualche settimana fa mi sono ritrovato tra le mani il nuovo cd che festeggia i 25 anni di attività di Banditaliana e da allora non ho ancora smesso di ascoltarlo. In effetti mi ricordo di essere stato presente anche ai festeggiamenti del ventennale della banda, una sera del 2012 alla Maison Musique di Rivoli.
Argento è un album eterogeneo e affascinante che raccoglie brani originali insieme a riproposizioni e rivisitazioni di lavori dei quattro artisti e non solo. Ad esempio c’è un omaggio a Gianmaria Testa con una delle sue più struggenti canzoni, Polvere di gesso dal bellissimo album Lampo, in cui si staglia la voce di Maurizio Geri (doveva arrivare questo lavoro perché ne capissi la bravura) contrappuntata dai ricami di Paolo Fresu alla tromba. C’è poi la riscoperta di Il bianco, da un lavoro precedente di Maurizio Geri, brano dal testo stupendo, già inciso da Gianmaria con l’autore. Sono andato a cercare quella registrazione, perché la ricchezza del patrimonio che ti lascia la musica è anche quella di suscitarti curiosità e andare a curiosare altrove.
…poi d’improvviso la gente d’intorno / la pista rotonda s’illumina a giorno / ecco le facce incantate buffe custodie di vecchie risate / sembra la solita storia d’amore che ha sempre bisogno di nuove parole…
E che dire di Miniera, marchio di fabbrica Bixio&Cherubini anno 1927, incisa da tutti e ancora da Gianmaria Testa nel 2006. Geri ne fa un altro riuscito omaggio al cantautore scomparso.
Dicevo dell’eterogeneità di questo lavoro, che si apre con un brano scatenato che si distingue da tutti, Anar Passar, scritto da Jean Marie Carlotti e con l’arrangiamento di Patrick Vaillant, già cavallo di battaglia di Banditaliana, a cui si è aggiunto come ospite Mauro Pagani con il suo bouzouki. Seguono altri due brani dalle sonorità tipicamente mediterranee, Ciociaria e Napoli, un saltarello solo strumentale che mette voglia di ballare il primo e una sorta di tammurriata il secondo, con parole di Geri che evocano il mare e i marinai.
Un’atmosfera malinconica suscita invece Bradipo Re, brano di Riccardo Tesi in cui si incontrano il vibrafono di Ettore Bonafè e il sax soprano di Claudio Carboni, mentre con Giri si esprime al meglio la collaborazione artistica tra Tesi e Gigi Biolcati che firmano insieme gran parte dei pezzi dell’album. Personalmente mi affascina Donna Tita per la pulizia del suono dell’organetto, ma anche nuovamente per le suggestioni offerte da Carboni e Bonafè. In un album così bello, e in fin dei conti anche retrospettivo, non potevano mancare le quattro voci di Bella Ciao – Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco, Luisa Cottifogli – che in Donna guerriera narrano la storia di una ragazza che si traveste da uomo per andare alla guerra al posto del padre: donzella io ci venni, donzella me ne vo’… E’ un brano tradizionale dell’Appennino tosco-emiliano.
Il mio pezzo preferito (insieme a Il bianco), anche se faccio una certa fatica a scegliere, è un altro brano strumentale. Dopo le coloriture ancora mediterranee di GinaGina e quelle sudamericane di NordEst, ecco lo struggente e nello stesso tempo incalzante Puma che, ricavo dalle note dell’album, è nato da una melodia meditativa di Biolcati, sviluppata poi insieme a Tesi e arrangiata con il resto della band. Veramente bello.

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