Ho letto “La gloria è il sole dei morti” di Massimo Nava

Corrispondente da Parigi per il Corriere della Sera, Massimo Nava fa una bella incursione nella storia dell’Ottocento riportando alla luce le vicende della famiglia Bixio, in particolare dei fratelli Nino, Alexandre e Joseph. E’ cosa di non poco conto per l’Italia che si avvia a festeggiare i 150 anni dell’Unità nazionale! In copertina è ritratto il garibaldino Nino e ti aspetti quindi di leggere dell’impresa dei Mille. Niente di tutto ciò. Nava tratteggia il Nino Bixio navigatore, un uomo inquieto che non riesce a scrollarsi di dosso la patina di eroe, non voluta, e che finirà morto di colera in Indonesia dopo essere passato di fallimento in fallimento come comandante e imprenditore navale. Assai più interessanti le vicende di Alexandre, l’unico tra i fratelli che il padre farà studiare (la famiglia è originaria di Chiavari). Si stabilisce a Parigi dove studia da medico e poi diventa giornalista, scienziato, editore, ricercatore, deputato, ministro. Una personalità di spicco nella Francia dell’Ottocento, sempre in bilico tra repubblica e monarchia, che risulterà poi fondamentale nel tessere rapporti diplomatici con i Savoia e con il ministro Cavour. Il terzo fratello, Giuseppe, emigra in America, diviene Father Joseph, gesuita e rimane preso in mezzo alla Guerra di Secessione. Una vita avventurosa anche la sua. Tre fratelli, tre caratteri molto diversi, tre vite che si incrociano pochissimo tra loro.
Proprio per questo motivo “La gloria è il sole dei morti” come romanzo storico risulta un po’ discontinuo.
La prima parte, tutta dedicata ad Alexandre Bixio, ha il pregio di farci vedere in maniera inedita il Risorgimento italiano attraverso il filtro della storia francese. Morto Alexandre, Nava passa a raccontare la storia del Maddaloni, la nave maledetta che porterà Nino nei mari del sud. “La prima volta mi imbarcai per forza e mi rubarono l’infanzia” racconta. “Voglio passare il resto della vita a riprendermi quello che mi è stato tolto. Solo allora le ferite smetteranno di sanguinare”. Tra le due storie Massimo Nava inserisce quella di Joseph che però risulta la meno convincente.
L’autore ha compiuto un bel lavoro di ricerca su solidi documenti storici e in minima parte ha romanzato i fatti, quando le fonti e le notizie erano scarse.

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