Ascolto e riascolto “Le bal des mondes” di Marc Berthoumieux

A Parigi diversi anni fa, dopo aver visitato Les arènes de Lutèce, ero capitato davanti a uno dei più celebri negozi di dischi della capitale, il Paris Jazz Corner in rue de Navarre. Non potevo esimermi dall’entrare a curiosare. E’ lì che ho scoperto un musicista che abbina al jazz l’altra mia passione, la fisarmonica, appunto Marc Berthoumieux. Sono tornato a casa con il suo primo album, Les couleurs d’ici (1998), in cui ho trovato brani fantastici come Vent du Sud, Balakatun e  Carnavalse dall’atmosfera felliniana, che ho tentato di suonare scaricando gli spartiti. Poi sono seguiti i due album Jazz No Jazz vol. 1 e vol. 2, entrambi del 2004. Marc è divenuto uno dei miei accordéoniste jazz preferiti, ovviamente insieme a Richard Galliano. Sapevo della recentissima pubblicazione del suo nuovo album e a Parigi la settimana scorsa mi sono precipitato alla Fnac Champs-Elysées a comprare Le bal des mondes. Ha messo su barbetta e capelli imbiancati Berthoumieux, che si avvicina ormai ai sessanta.
In questo nuovo disco gli echi folk e musette sono più rarefatti e l’impronta jazz si è fatta più forte. Sempre evocativi i titoli dei brani che si rifanno al cielo, ai colori della natura (il blu non manca mai), al vento, qui presente con Vent de l’Ouest, dopo il Vent du Nord inserito in entrambi gli album Jazz No Jazz e il già citato Vent du Sud.
Qui lo accompagnano fior di musicisti come Giovanni Mirabassi (piano), Louis Winsberg (chitarra), Laurent Vernerey (basso) et Stéphane Huchard (batteria), oltre a una vera pioggia di ospiti tra cui un’eccellente sezione archi (utilizzata ormai da tutto il mondo jazz e rock). Berthoumieux rende omaggio al grande autore e cantante Claude Nougaro, inserendo nell’album un brano registrato insieme nel 2003, Fleur Bleue.  Nougaro è morto di cancro l’anno dopo a 74 anni, lasciando un grande vuoto nella canzone francese.
Le bal des mondes che dà il titolo al cd è una ballata struggente che non finiresti mai di ascoltare e riascoltare. Mi pare che sintetizzi bene l’idea dell’autore, di voler essere un omaggio a tutte le musiche del mondo, quelle che fanno danzare e mettono voglia di viaggiare. Insomma è un album da 10 e lode. Quattordici brani per 58′ di ascolto.
Marc Berthoumieux suona strumenti italiani: Castagnari ‘Magica 3’ (casa con cui collabora da 12 anni) e Beltuna ‘Leader 2050’. Eccellenze artigianali nostrane che si sposano con la tradizione musicale francese!

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