Ho letto “Bandiera a bruno per la Diletta Mauro” di Gianfranco Vanagolli

Gianfranco Vanagolli rimane in ambito storico per  il secondo romanzo, ma si sposta dall’epoca napoleonica e dall’Isola d’Elba (Il tesoro del Carmine) al periodo coloniale italiano e a un mercantile che fa la spola tra i porti italiani e l’Africa Orientale. Tutta la vicenda si svolge all’interno della nave cargo Diletta Mauro, nome che rende omaggio alla moglie dell’armatore. Salpata da Genova il 3 gennaio 1936 muove verso Porto Said e poi lungo il Mar Rosso (si intravvede Sharm-el-Sheikh che doveva essere molto diversa da quella odierna), fa tappa a Massaua e ha come meta finale Mogadiscio. Trasporta pezzi di ricambio destinati all’esercito impegnato nella guerra d’Abissinia. Da Genova ha salpato le ancore in tutta fretta per non incorrere nelle indagini sulla morte di un marinaio trovato spiaccicato sulla banchina alla vigilia della partenza. Era conosciuto come un mariuolo che sulla nave si metteva in tasca soldi con traffici illeciti non ben definiti. Trovato un sostituto, la Diletta parte.Vanagolli distingue subito la popolazione della nave in due ambiti distinti, quelli che operano e trascorrono il tempo in coperta, compresi alcuni ospiti, e quelli che faticano sottocoperta tra le macchine, l’olio e il carbone: Vita da carbonai e da fuochisti, poveri cristi, fazzoletti luridi attorcigliati intorno al collo, la loro misera divisa, con una canottiera sbrindellata... Una visione che collima con quella di una famosa canzone di Francesco De Gregori: Quando mi mettono a faticare/Per pochi dollari nelle caldaie/Sotto al livello del mare/In questa nera nera nave che mi dicono/Che non può affondare (L’abbigliamento di un fuochista dall’album Titanic – 1982). Vita grama, dunque, che tocca anche agli ufficiali di macchina, condannati a una successione invariabile di guardie. A uno di questi, tal Gualberto Walz da Celle Ligure, la storia del marinaio morto non è andata giù e inizia a tenere gli occhi aperti. A lui si affianca un giovane corrispondente di guerra del Secolo XIX diretto al fronte, curioso come sempre deve essere un buon giornalista. La nave si trasforma quindi in un palcoscenico, come scrive Walz nella sua corrispondenza alla moglie: ...sul quale ogni giorno si recita a soggetto: la festa dell’imprevisto. E i personaggi sono molti, marittimi e non, tutti ben delineati. Viene imbarcata persino una duchessa, generalessa della Croce Rossa Italiana. Presto si aggiunge un altro morto, non di morte naturale come il comandante vorrebbe far credere.
Ma c’è una seconda canzone di De Gregori, portata al successo con Dalla nel 1979, che mi è balenata leggendo questo romanzo: ma come fanno i marinai/a baciarsi tra di loro/a rimanere veri uomini però. Senza esagerare siamo dalle parti di Jean Genet e del suo romanzo Querelle de Brest (1947) o se vogliamo del leggendario film di Rainer Werner Fassbinder (1982). Chissà se Gianfranco Vanagolli ne ha contezza. Là la Bretagna con i suoi porti e le sue nebbie, qui l’Africa, ma gli ingredienti sono gli stessi: mare, marinai, porti, traffici loschi, bordelli, tradimenti, sordidi amori, sbronze, risse, desideri inconfessabili e anche la fratellanza e l’amicizia che solo una lunga permanenza per mare riesce talvolta a saldare. Non svelo l’intreccio, ma è evidente che siamo di fronte a una autentica “storiaccia” di mare. Sintetizza bene ancora Walz in una lettera: Davvero nessuno sa, meglio di chi naviga, cosa sia la condanna del limite e del desiderio di superarlo e come si senta acuta, quando ne appare il primo sentore!
Vanagolli maneggia bene tutta la terminologia marinara, nonché i precisi riferimenti storici. In sovrappiù scopro un personaggio che non conoscevo, quella Maria Uva (realmente esistita), cantante che accompagnava con inni patriottici le navi dei soldati italiani che passavano nel Canale di Suez per la guerra d’Etiopia del 1935-36.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri, Mare e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*