“Almost Blue” di Carlo Lucarelli, omicidi al suono del be-bop

Il suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa appena un po’ di polvere. Quello del braccio che si stacca dalla forcella è un singhiozzo trattenuto, come uno schioccare di lingua, ma non umido, secco.
Gli omicidi del serial killer sono un po’ come sfocati o sbiaditi, forse volutamente per far risaltare meglio la figura del ragazzo cieco dalla nascita, Simone. Si sa che la mancanza di un organo di senso fa esaltare al massimo gli altri. In questo caso l’udito, ma poi si vedrà nel corso del thriller anche l’olfatto. Infatti Simone trascorre le sue giornate chiuso nella sua stanza a passare in rassegna in diretta con uno scanner tutte le voci della sua città, Bologna, con l’unica compagnia di un disco di Chet Baker, Almost Blue, di cui percepisce anche i respiri. È così che ha imparato a conoscere e riconoscere le voci, attribuendo loro quasi dei connotati fisici e morali, e ad ogni voce fa corrispondere un colore. È così che ha intercettato qualcosa di strano, la voce di un predatore seriale, un killer che sta preoccupando la giovane detective, Grazia Negro, mentre i suoi capi e colleghi si rifiutano di ammettere che a Bologna ci possa essere un assassino compulsivo.
Perché Bologna è una cosa grande… Questa che lei chiama Bologna è una cosa grande che va da Parma fino a Cattolica, un pezzo di regione spiaccicato lungo la via Emilia, dove davvero la gente vive a Modena, lavora a Bologna e la sera va a ballare a Rimini.
Perché Bologna è una città bella… Se la guardi così, camminandoci dentro, Bologna sembra tutta portici e piazze ma se ci vai sopra con un elicottero è verde come una foresta per i cortili interni delle case, che da fuori non si vedono.
Ed è impossibile che accadano certe cose. Per sua fortuna viene in soccorso il ragazzo cieco, che la indirizza sulla strada giusta. Si vedrà che l’assassino si reincarna nella sua ultima vittima prima di intraprendere un altro omicidio e così via di seguito. Lo dicono gli scarni e spaventati testimoni.
Hai capito cosa ti sto raccontando, Vittorio? Hai capito cosa succede? Succede che in ogni delitto c’è la vittima del delitto prima, che resuscita e ne ammazza un altro.
Vittorio è Poletto, il capo di Grazia Negro, che cerca di dirigere le indagini senza avvicinarsi troppo, una figura che suona paternalistica e anche indisponente. La detective comunque agisce molto di testa propria, trovando una completa sintonia con il ragazzo cieco. Di sangue ne scorre molto, i delitti sono efferati. Quello che viene chiamato per convenzione l’Iguana era stato un bambino difficile, praticamente sempre vissuto in istituti per orfani e ragazzi difficili. Di stranezza in stranezza era passato poi definitivamente in manicomio dove era morto nel corso di un incendio provocato dall’esplosione di alcune bombole di ossigeno. Forse così non era stato se troviamo l’Iguana vivo, vegeto, mascherato con i volti delle sue vittime e in giro per Bologna.
Perché a Bologna si passa inosservati… Ma lei lo sa che negli anni Settanta stavano tutti qui i terroristi, tutti nascosti a Bologna e lo sa perché? Perché in qualunque città un ragazzo strano, con un accento strano, che entra ed esce di casa a tutte le ore del giorno e della notte e non si sa chi è, cosa fa e di che vive e a volte sparisce e poi torna, in qualunque altra città sarebbe stato notato da qualcuno, ma a Bologna no.
Passi per le considerazioni sociologiche di Lucarelli sul capoluogo della sua regione, le fa anche in altri libri per altre città, passi per il cieco appassionato dell’ascolto dell’universo mondo, ma il killer che si acconcia come le sue vittime mi pare alquanto inaccettabile. Poi si poteva anche evitare di insistere con le mestruazioni della detective e di farla finire a letto con il cieco. In effetti è con lei che Simone dà il meglio nel riconoscimento degli odori. Forse serviva anche questo.
Tra poco Grazia sarebbe entrata nella mansarda, con il suo odore di olio, sudore, cotone fresco, e summertime. Con quella musica che l’accompagnava sempre e già aveva cominciato a risuonargli lieve nella testa.
Il romanzo è del 1997, del film che nel 2000 ha ricavato Alex Infascelli non so nulla.
Jazz.
Be-bop.
Chet Baker.
Almost blue.

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