“Cucinare con il forno a onde mesmeriche”, un divertissement di Nicola Gallino

Mi sono avvicinato al libro di Gallino e ne sono stato respinto. Perché ho commesso un errore. In sostanza sono caduto nella sua trappola, cioè andare a cercare la veridicità delle fonti, l’approfondimento di ogni citazione, come faccio quando mi trovo di fronte a un saggio. Ma facendo così si finisce in un vicolo cieco e non si viene a capo di nulla. Insomma, ho compiuto un inutile fact checking personale. E già mi immaginavo le sghignazzate di Nicola alle mie spalle. Non si può competere con il dotto (senza r finale) Gallino. Così ho abbandonato il libro per un po’ e l’ho ripreso più avanti con un approccio più laico. Allora ho cominciato a divertirmi, restando dietro alle ammiccatine dell’autore. Gallino prende alcune realtà storiche, altre ne costruisce ex post, poi mescola il tutto e il risultato fa sì che si confonda il vero dall’apocrifo. Il libro è pieno di storie così (astenersi chi crede di trovarvi ricette di cucina fantasiose). Operazione pericolosissima se ragioniamo in termini di revisionismo storico, ma strumento divertente se è nelle mani dell’erudito Gallino.
Ad esempio, per spiegare le origini di un brano degli 883 del 1992, Hanno ucciso l’uomo ragno, Nicola Gallino ci porta nella Napoli del 1600 tra tammurriate, tarantelle e tarantolati, dove si tratta di eliminare una figura positiva – l’Hommo Raggne – in funzione di una pace sociale controllata dalla camorra e dai vari racket. Per spiegarlo, l’autore riveste i panni di un omonimo padre gesuita torinese del ‘600 dei cui prodigi si occupa un libretto del 1702 riportato in copia fotografica. Tutto vero?
Hann’accis’ l’Hommo Raggne, / Chi ssaraje nun se sa, / Fuorze chille d’a Camorra, / de lu Rrione Sanità.
È come quando vado a vedere uno spettacolo di magia. Mi stupisco e mi emoziono come un bambino e non voglio assolutamente sapere qual è il trucco. Così nel libro di Gallino, che importa cosa è vero e cosa è falso?
C’è poi il caso diplomatico sollevato dallo Zecchino d’Oro del 1968. L’ambasciatore spagnolo aveva protestato perché un brano, Il torero Camomillo, metteva alla berlina una figura totem del franchismo. Quindi lettera ufficiale di protesta del governo spagnolo al ministro Fanfani, protocollata dalla Farnesina.  Falso o vero?
Il matador tranquillo / Che dorme appena può / Torero Camomillo / Se il toro ti è vicino / Tu schiacci un pisolino / E non ci pensi più.
Veniamo alle onde mesmeriche che danno il titolo al volumetto edito da Golem. Un antenato ghiottone del nostro Gallino, guarda caso ha lo stesso nome e cognome, nel 1801 dà alle stampe un manualetto che insegna a cucinare con i nuovissimi forni detti a Onde Mesmeriche. Il bulimico gazzettiere Gallino ha provato ogni sorta di cottura di pollastri, primizie, patate e anche le trifule, e lo documenta. Chi vuol sapere che cosa è la zuppa Rumford, qui è accontentato.
E spiace che durante gli acquisti all’Upim-Rinascente di Torino uno spiacevole incidente sia capitato al giornalista Nicola Gallino, malamente scivolato dalla scala mobile procurandosi “orribili” ferite. Fatto documentato da un articolo della Gazzetta del Popolo del 16 agosto 1939.
Di seguito altre amenità di questo genere. Verrebbe da dire: “Zelig non sei nessuno in confronto al nostro Nicola”, il quale spiega tutti i fake in appendice. Nel suo divertissement mette in mostra una cultura formidabile, ma il suo libro vuole essere soprattutto un modo per metterci in guardia di fronte alle tante fake news che ci bombardano su carta, in tv, su internet. Ora spero che l’amico Gallino non passi il libro allo scanning dell’ A.I. perché altrimenti ne leggeremo ancora delle belle.

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