Ho letto “Les italiens” di Enrico Pandiani

Non so se è un complimento all’autore dire che sembra un libro scritto da un francese. In effetti Pandiani dà prova di avere una conoscenza della toponomastica parigina alquanto approfondita. Un secondo complimento potrebbe essere che le descrizioni delle “macellerie” si avvicinano molto a quelle descritte da Lansdale nelle avventure di Hap & Leo. Il terzo complimento, questa volta ampiamente meritato, è dato dall’incipit formidabile del romanzo.
Il primo proiettile ha attraversato la finestra con un colpo secco, è entrato nella pancia di Gaston, ha fatto il Tour de france fra le sue trippe ed è uscito poco sotto la scapola sinistra.
Il secondo e il terzo hanno polverizzato una pila di compact disc e la Tour Eiffel di cristallo poggiata sul computer di Servandoni. Due vibrazioni sul vetro mentre Gaston si accasciava per terra.
Il quarto ha trapassato con un tonfo sordo il torace della tipa seduta davanti a me e il quinto le ha attraversato la testa portandosi via frammenti di osso, sangue, idee e cose varie.
Il sesto e il settimo non hanno fatto altri danni all’infuori del distributore d’acqua alle spalle di Servandoni; il boccione, colpito in pieno, è scoppiato inondando lui e il pavimento dell’ufficio.
Dopo un avvio così è normale rimanere avvinti dalla lettura. E’ quello che è accaduto a me che in due serate sono arrivato all’ultima pagina. Tuttavia la tensione non è identica per tutto il libro e anche i risvolti psicologici dei personaggi non sono molto approfonditi. Niente a che vedere con il Quirke di Banville o con il Wallander di Mankell. Ma neppure con Pepe Carvalho, Petra Delicado, Fabio Montale e Salvo Montalbano tanto per citarne alcuni. La materia che Pandiani sembra invece maneggiare meglio è quella delle armi. Ma anche nelle descrizioni delle scene di sesso si difende bene.
E’ buona l’idea di una squadra di poliziotti della Brigata Criminale tutti di origine italiana, tuttavia il protagonista-narratore qui non è identificato con nome e cognome. La vicenda poi non è del tutto inverosimile, visto quello che si legge abitualmente in cronaca nera.
Il commissario con la sua squadra di italiens si trova a dover proteggere una bella pittrice transessuale minacciata di morte e braccata da sicari guidati da un poliziotto corrotto e al soldo di una organizzazione di estrema destra. Caccia all’uomo quindi – o alla donna – su e giù per Parigi, mentre il rapporto tra il commissario e la spumeggiante trans (il cui nom de plume guarda caso è Moët !) non rimane soltanto di tipo professionale. Forse è proprio questo lo sviluppo meno convincente della storia. Sparatorie e scazzottate, sangue come se piovesse.
Torinese l’autore, torinesissima la casa editrice, la Instar Libri (pubblica tra gli altri il premio Nobel 2008 Jean-Marie Gustave Le Clézio). Pandiani a questo libro (pubblicato nel 2009) ne ha fatto seguire un secondo, “Troppo Piombo”, e ne ha in uscita un terzo, “Lezioni di tenebra”. Tra gli appassionati di noir sta diventando un autore cult.
Per chi volesse approfondire http://lesitaliens.wordpress.com

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