Ho letto “Le Alpi nel mare” di W.G. Sebald

….tentavo di immaginarmi come sarebbe stato abitare in una di quelle fortezze di pietra, senz’altra occupazione sino alla fine della vita se non lo studio del tempo: del tempo passato e di quello che passa.
E’ l’ultimo scritto di Sebald, pubblicato in ordine di tempo, e conferma la grandezza di questo scrittore, prematuramente scomparso nel 2001 quando pareva destinato a importanti traguardi nella letteratura mondiale. Si tratta di quattro brevi prose – “Breve escursione ad Ajaccio”, “Campo Santo”, “Le Alpi nel mare”, “La cour de l’ancienne école” – ispirate da un vagabondaggio geografico e culturale in Corsica. E’ un libriccino di una settantina di pagine, come sempre ricche di spunti da approfondire a parte. Prendiamo ad esempio lo scritto denominato “Campo Santo”. Sebald inizia da una passeggiata e da una nuotata – mi lanciai a nuoto verso il mare aperto; con incredibile facilità giunsi al largo, anzi così al largo che meditai di lasciarmi semplicemente trascinare lontano fin dentro la sera, fin dentro la notte. – per volgere poi lo sguardo verso terra e ritornare tra le case e i giardini, costeggiando i muri, attratto dal cimitero di Piana che riflette in tutte le sue gradazioni la gerarchia sociale improntata alla diseguale ripartizione delle ricchezze terrene. Prosegue quindi con una disamina quasi antropologica della storia delle sepolture nell’isola, anche con riferimenti a riti e leggende.
In linea di massima i rituali funebri in Corsica erano molto elaborati e avevano un carattere di intensa drammaticità…..c’erano altresì spiriti solitari, i quali si aggiravano senza requie con propositi di vendetta, facevano la posta al viandante sul ciglio della strada, sbucavano all’improvviso da dietro una roccia o venivano allo scoperto nei vicoli del borgo…
Infine Sebald ci riporta alla realtà dei giorni nostri e alle sepolture nelle grandi megalopoli di trenta milioni di abitanti e si chiede dove vanno a finire i morti di Lagos, San Paolo, il Cairo, Città del Messico…Di certo pochissimi nella frescura di una tomba.
Nello scritto “Le Alpi nel mare” Sebald disserta invece dapprima sulla scomparsa delle foreste con alberi giganteschi di cui un tempo la Corsica era totalmente ricoperta e poi sul rito della caccia, dopo che casualmente gli era venuto tra le mani un volumetto di Flaubert con “La leggenda di San Giuliano”, cacciatore sanguinario e instancabile prima di pentirsi. Infine volge nuovamente lo sguardo al mare e lo fissa su uno yacht bianco. Per circa un’ora l’imbarcazione restò ferma nell’oscurità, sempre illuminata, come se il comandante attendesse il permesso di entrare in quel porto nascosto dietro i calanchi. Poi, quando le stelle già spuntavano oltre i monti, invertì la rotta e, lentamente come era arrivata, l’imbarcazione si allontanò.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*