Ho visto “Promised Land”

Una commedia amara che ha in Matt Damon e Frances McDormand i suoi punti di forza. I due sono Steve e Sue, dipendenti di una compagnia del settore energetico incaricati di acquisire dei terreni in una zona rurale molto depressa della Pennsylvania. In quei luoghi il sottosuolo è ricco di gas naturale il cui sfruttamento potrebbe dare una certa agiatezza, se non ricchezza, agli abitanti. La popolazione però è divisa e i due venditori hanno un bel daffare per convincere la parte che non è d’accordo. Steve e Sue pensano di acquisire tutti i terreni e risolvere la questione in un paio di giorni, ma l’arrivo di un attivista ambientalista rovina i loro piani. Anzi, è proprio quest’ultimo a conquistare la fiducia della gente. Ora Steve è sempre meno convinto della sua missione, al contrario di Sue, e nonostante una sorpresa finale a lui molto favorevole, inizia quasi a maturare una coscienza ecologica.
Da un soggetto dello scrittore americano Dave Eggers (pubblica da Mondadori), “Promised Land” è diretto da Gus Van Sant (Will Hunting e Scoprendo Forrester), formatosi come regista indipendente. Sono belle le riprese dall’alto della provincia americana, con tanti pick-up che ne percorrono le strade rettilinee. Abbastanza scontate sono invece le facce che compongono quella comunità rurale. Deliziose ballate country degli sconosciuti Milk Carton Kids compongono la colonna musicale. Quanto alla battaglia ecologica contro la grande compagnia del gas, ho in mente un film di trent’anni fa di cui questo appare la sbiadita fotocopia. “Local Hero” nel 1983 veniva presentato al Festival Cannes. Era diretto da Bill Forsyth, si avvaleva della presenza di Burt Lancaster e delle splendide musiche di Mark Knopfler. Si svolgeva nel nord della Scozia dove una compagnia petrolifera avrebbe voluto impiantare una raffineria. Le schermaglie tra gli executive della compagnia e gli abitanti erano intonate allo humour britannico, proprio quello che manca invece a questo film.

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