Se non si tenesse conto dei cadaveri decapitati che spuntano come funghi sembrerebbe di leggere le cronache di questi giorni. Perché l’ambito in cui si svolge la vicenda è quello della profonda crisi economica della Grecia, con la troika formata da Ue, Bce e Fmi che tiene il fiato sul collo alla Banca Centrale e al governo greco, chiedendo in continuazione misure di austerità. Il libro è di pochi mesi fa, ma la storia si ripete anche oggi: tra le misure richieste il congelamento degli stipendi, l’allungamento dell’età pensionabile, il blocco delle tredicesime, tagli alla spesa sanitaria. Fin qui la cronaca. Poi c’è la fiction: è possibile che in un clima del genere – esasperato dalla crisi, taglieggiato dalle banche, sfinito dai prestiti a strozzo – qualcuno dia di matto. E allora salta la testa (in senso letterale….) di qualche banchiere e il commissario Kostas Charitos deve mettersi a indagare tra tutti coloro in qualche modo possono avercela con le banche. Vale a dire chiunque, perché come scrisse Bertolt Brecht nell’Opera da tre soldi “Che cos’è una rapina in banca paragonata alla fondazione di una banca?”.
Charitos è un investigatore un po’ diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati, lacerati dall’alcol e con problemi familiari. E’ felicemente sposato, ha una figlia neolaureata in giurisprudenza e un genero medico.
“Prestiti scaduti” è l’ottavo romanzo di Petros Markaris – co-sceneggiatore di vari film di Theo Anghelopoulos – avente per protagonista il commissario Charitos che si racconta in prima persona con stile leggero e brillante. Nella temperie economica Markaris ci infila anche il nostro Paese: “In questo momento spagnoli e portoghesi sono in cattive acque, come noi. Siamo i PIGS – Portogallo, Italia, Grecia, Spagna – i maiali. Tra maiali, insomma, bisogna aiutarsi e non correre dietro agli squali. Abbiamo cercato di vivere come squali ma siamo affogati, perché in quanto maiali non sappiamo nuotare.”
Tutto vero. E mai come ora mal comune NON è mezzo gaudio.