Ho visto “Il debito”

La caccia ai criminali nazisti costituisce una miniera pressoché infinita per il cinema. Su questo crinale si cimenta anche il mestierante John Madden che firma una pellicola d’azione ambientata tra Berlino, Tel Aviv e l’Ucraina. Nella Berlino Est del 1965 si infiltrano tre giovani agenti del Mossad, Rachel, Stefan e David. La missione è di catturare Dieter Vogel, chirurgo torturatore nel campo di sterminio di Birkenau, che si nasconde nella Germania comunista lavorando come ginecologo. L’operazione fallisce ma i tre – tra i quali si è instaurato un irrisolto triangolo affettivo – la insabbiano e tornati in Israele sono accolti come eroi. La menzogna resiste trent’anni, fino a quando la figlia di Rachel fa rivivere l’operazione in un libro e risveglia nel terzetto il forte debito con la propria coscienza. Vogel è ancora vivo, i servizi segreti di Tel Aviv ne hanno trovato tracce in Ucraina. Questa volta tocca alla donna, ormai sessantenne e fuori dal giro, dare ancora la caccia al criminale.
Giocato con diversi salti tra il 1965 e il 1997, il film si può vedere ma è destinato a non lasciare traccia nella memoria dello spettatore. Helen Mirren ce la mette tutta per risultare credibile come attempata ex-agente segreto e ci riesce.

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