Ho letto “Minacce di morte” di Georges Simenon

Sono cinque racconti dedicati ad altrettante inchieste di Maigret, scritti da Simenon e pubblicati su riviste in epoche diverse e ora raccolti in questo volumetto di Adelphi.
L’enigmatico signor Owen
Per reazione a tutta quella faccenda e al suo deplorevole istinto di segugio, Maigret era tentato di indossare il costume e l’accappatoio rosso e di andare a stendersi sulla spiaggia a guardare le bagnanti.
Il commissario, ormai pensionato, accetta l’invito di un conoscente, concierge all’Excelsior di Cannes che vuole sdebitarsi per antichi favori, a trascorrere qualche giorno al mare, spinto dalla moglie che attende invece la dipartita di una vecchia zia a Quimper.  Durante il soggiorno, nell’albergo viene commesso un delitto, di cui Maigret non si vuole assolutamente occupare ma con un orecchio è costretto a prestare attenzione a quanto succede attorno a lui e poi a dare qualche consiglio.
“Ora tenga bene a mente le mie parole: solo i dilettanti fanno le cose complicate”.
Quelli del Grand Café
“Sembri un’anima in pena. Perché non vai a giocare a carte con quelli del Grand Café?”
Pensionato ormai da mesi e stabilitosi con la moglie in un paesino, Meung-sur-Loire, Maigret non sa come ingannare il tempo. In un caffè del posto prende a giocare a carte con il meccanico, il macellaio, il proprietario del locale, a volte il veterinario che è anche sindaco. Nel bar la cameriera è Angèle, una bella figliola sui vent’anni a cui tutti guardano con una certa concupiscenza. Un giorno il macellaio viene ucciso e tutti si rivolgono all’ex-commissario per risolvere il caso. Maigret non ha nessuna intenzione di occuparsene e lascia lavorare la Squadra Mobile di Orléans. Ma anche in questo caso presta un orecchio a quel che si dice in giro…
Era la prima volta che alludeva alla sua condizione di pensionato, ma non era la prima volta che alla signora Maigret capitava di pensarci.
Il prigioniero della strada
Tra l’inseguito e l’inseguitore, tra l’uomo che ha la barba sempre più lunga, i vestiti sempre più stazzonati, e Maigret che continua a stargli alle costole, si è stabilito uno strano legame. C’è anche un dettaglio quasi comico: si sono buscati tutti e due il raffreddore.
E’ il pedinamento divertente di un uomo sospettato di un delitto passionale. La polizia non lo perde di vista un secondo. Maigret si alterna con i suoi uomini per seguirlo. L’uomo evita accuratamente di tornare a casa e per giorni vive per le strade precipitando vertiginosamente nella scala sociale. Il finale è sorprendente.
E fu con quell’uomo che Maigret imparò a giocare a scacchi.
Vendita all’asta
“Le servo un…”.
“No basta!” esclamò Maigret. “Ho già bevuto vino bianco, poi calvados, poi di nuovo vino bianco e…”

Altro caffè, altro giro di bevute, altra partita a carte. Questa volta Maigret si trova in una locanda di provincia per risolvere un caso di omicidio. Parecchi uomini della zona si sono dati appuntamento lì per partecipare all’asta pubblica di una fattoria. Pagamento in contanti, quindi tanti portafogli imbottiti. Anche in questo caso c’è una giovane cameriera a cui alcuni sono interessati. Questione di soldi o di sesso? Maigret non lascia muovere nessuno per tre giorni, fino alla soluzione del caso.
Insomma era tutto così semplice, così banale che il commissario stava quasi per scoppiare a ridere.
Minacce di morte
Per un sabato e una intera domenica Maigret è comandato dai suoi superiori a restare nella villa di campagna di un uomo che ha ricevuto minacce di morte con una lettera anonima. Minacce ben precise che lo dichiarano morto alle sei del pomeriggio della domenica. Maigret vi si reca malvolentieri e con quella strana famiglia trascorre tutto il tempo necessario.
Vi sono persone capaci di tenersi un estraneo in casa per settimane, finanche per mesi, senza lasciar trapelare nulla di quei piccoli segreti più o meno ignobili che rappresentano i panni sporchi di ogni famiglia.
Non è così per la famiglia Grosbois, i cui componenti, sotto gli occhi di uno sconcertato Maigret si scatenano con ogni sorta di nefandezza.
Racconto molto divertente.

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