Ho visto “Lucy”

Sappiamo tutti che il cervello umano è utilizzato pochissimo, diciamo al dieci per cento delle sue potenzialità. Luc Besson si propone di esplorare il pianeta-cervello e vedere cosa accadrebbe se fosse usato al 20-40-100 %. Scarlett Johansson – Lucy è la sua cavia. La ragazza è studentessa a Taipei. Il fidanzato di turno la costringe a consegnare una valigetta in un grande albergo. I destinatari però lo uccidono e sequestrano la ragazza. Di Lucy vogliono fare il corriere involontario di una nuova e potentissima droga. Nel suo addome viene inserito un pacchetto contenente la sostanza, che ha aspetto granulare di colore blu. Come lei altri soggetti saranno poi inviati nelle principali città del mondo per diffondere lo stupefacente. Nel caso di Lucy però il pacchetto si rompe e la sostanza viene gradualmente assorbita dal suo organismo dandole conoscenza e forza fuori dal comune. E il cervello comincia a funzionare in percentuali sempre maggiori. A Parigi, nel campo della neuroscienza lavora un noto ricercatore, il professor Norman (Morgan Freeman), con il quale Lucy si mette in contatto per cercare di bloccare l’assorbimento della sostanza, chiamata CPH4. Da qui in avanti c’è la fantascienza che si rappresenta con le visioni e i viaggi cerebrali della ragazza. Nel frattempo è arrivata a Parigi dove si è messa nelle mani del professor Norman e della sua équipe, ma gli scienziati non possono fare altro che assistere attoniti al raggiungimento del famoso 100% di funzionamento del suo cervello e al lascito di tutta la sua conoscenza ai posteri dentro una grossa chiavetta usb. Naturalmente la gang di taiwanesi non si è data per vinta e ha inseguito Lucy fino a Parigi ingaggiando con i gendarmi una battaglia che ha messo a soqquadro la Ville Lumière.
Alla fine le banalità e i luoghi comuni contenuti nel film scontentano sia gli appassionati del film d’azione, sia i cultori della fantascienza. La scelta del nome Lucy è un omaggio al primo ominide australopiteco di cui si abbia notizia. Nonostante la parvenza di scientificità che Luc Besson vuol dare al film, rimane tra le opere meno riuscite del regista francese.

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