Ho visto “The Rum Diary”

E’ un film brutto che ho cominciato a rivalutare solo quando in libreria ho visto ben esposto il libro da cui è tratto. Ora ne so qualcosa di più. Hunter Stockton Thompson era un giornalista e scrittore americano non convenzionale, diciamo pure ‘politically incorrect’. Come giornalista inventò il ‘gonzo journalism’, che mescola le notizie a impressioni personali restando sempre veritiero anche se non del tutto oggettivo. La parola ‘gonzo’ indica l’ultimo che rimane in piedi dopo una sbronza collettiva. Come scrittore ha lasciato diverse opere tra cui questo romanzo autobiografico, The Rum Diary (1998), che Dalai ha tradotto correttamente Cronache del rum mentre il film ha mantenuto il titolo inglese. Io sostengo sempre che le vite stesse degli scrittori sono dei romanzi assai più avvincenti dei loro scritti. Thompson è morto in circostanze misteriose nel 2005 per un colpo d’arma da fuoco. Suicidio oppure omicidio? Di certo stava conducendo un’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre 2001.
Inquadrato l’autore, non resta che parlare del film. Johnny Depp, che è stato un carissimo amico dello scrittore, ne è produttore oltre che interprete e ha affidato la regia a un mestierante inglese, Bruce Robinson. Il giornalista Paul Kemp arriva a San Juan di Portorico per lavorare al The San Juan Star. Vi trova un giornale totalmente allo sbando, con un direttore inadeguato e una redazione che sopravvive nonostante colossali bevute. Lo stesso Kemp è dedito al rum, rivaleggiando nelle sbronze con il fotografo Sala e Moberg, un ex redattore con la passione per Hitler e completamente fulminato dall’alcool. Kemp si invaghisce della bella e capricciosa Chenault, la donna di Sanderson, un affarista senza scrupoli che tenta di coinvolgerlo in una speculazione edilizia. Si tratta di costruire mega alberghi in un’isola incontaminata e la penna di Kemp potrebbe essere utile per tenere buona la popolazione attraverso il giornale. Ma il giornalista è più interessato al rum e alla donna che agli affari e il progetto si arena.
La formula: giornalista onesto e sbandato + donna ricca e perduta + paese caraibico + complotto affaristico o politico dà come risultato = film già visto. Il livello alcolico tra birra e rum è addirittura fastidioso. Johnny Depp è ben calato nella parte di Kemp, ma la sorpresa del film è l’americano di origine italiana Giovanni Ribisi, che disegna in maniera eccezionale lo strafatto Moberg.
Nella colonna sonora devi sorbirti per l’ennesima volta Volare (versione Dean Martin) e Charmaine (versione Mantovani & His Orchestra), uno dei pezzi più celebrati dal cinema (ad esempio Qualcuno volò sul nido del cuculo e Il miglio verde). Ma sono due ‘evergreen’ che stanno bene con ‘la qualunque’.

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