Ho letto “Maigret e l’informatore” di Georges Simenon

Non è possibile…Non aveva nemici…”.
“Almeno uno doveva averlo, visto che lo hanno freddato…”.

Il morto di turno è Maurice Marcia, ristoratore di successo dopo una vita alquanto burrascosa. E’ stato ucciso con un colpo di pistola e abbandonato in una stradina fuori mano. Sposato con una donna assai più giovane, ex-entraineuse e probabilmente ex-prostituta, conta amicizie a ogni livello, dalle autorità, magistrati, poliziotti, alla mala di più infimo ordine.
Il Maigret che indaga qui è avanti con gli anni, carico di esperienza, combattivo come sempre e irreprensibile sotto tutti i punti di vista.…da quando il suo vecchio amico Pardon lo aveva messo in guardia, beveva molto meno di una volta, e gli capitava di tenere a lungo la pipa spenta tra i denti.
Fa sempre squadra con il suo vice Janvier, ma questa volta lo aiuta nelle indagini l’ispettore Louis che appartiene ad un altro arrondissement e che conosce a menadito i quartieri di Montmartre e Pigalle. Louis ha da tempo un confidente anonimo che lo aiuta a risolvere i suoi casi e che anche ora lo indirizza nelle indagini.
Gli venne in mente un’espressione che non significava nulla: una voce da schiaccianoci.
Personaggio controverso è la vedova di Marcia, Line, che Maigret va a interrogare e che non pare molto addolorata della scomparsa del marito. Tutto sommato dovrà ereditare l’avviato ristorante.
Non si curava della vestaglia, che si era aperta un po’ troppo.
Tra gli amici del morto ci sono due giovani malavitosi che “l’informatore” indica come gli esecutori del delitto. Per incastrarli Maigret dovrebbe recarsi a Bandol, in Costa Azzurra, dove sono in programma i funerali di Marcia. Ma lo fa malvolentieri perché non è convinto di poter ricavare dal viaggio indicazioni utili alle indagini e poi, da buon rappresentante delle istituzioni…
provava qualche rimorso ad andare nel Midi a spese dei contribuenti, perché non era certo indispensabile.
L’informatore, soprannominato la ‘Pulce’ per la sua taglia ridottissima, gioca ovviamente un ruolo chiave in questo romanzo. Un po’ ricorda il nano di Maigret al Picratt’s (1950).
Il sottobosco dei tabarin, dei ristoranti, dei magnaccia e delle prostitute, è ancora una volta il mondo ideale per ambientare le inchieste di Maigret. E il commissario ci sguazza perfettamente a suo agio, a dispetto dell’età che incalza. C’è da ritenere che sia un Maigret ormai prossimo alla pensione visto che Simenon ha scritto Maigret e l’informatore nel 1971 ed è la penultima inchiesta del suo personaggio più celebre.
Maigret et l’indicateur, è stato adattato per la televisione francese nel 1979 per la regia di Yves Allégret, con Jean Richard nel ruolo del commissario.
Maigret andò a piazzarsi davanti alla finestra aperta: ritrovare il suo paesaggio della Senna gli procurava una gioia enorme, quasi fosse mancato per settimane.

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