Con Folkestra & Folkoro, la world music è servita!

Avevo incrociato Folkestra & Folkoro all’edizione 2015 di Etétrad Festival nella piana di Gressan (AO) ma forse ero un po’ distratto o non preparato, quindi non avevo compreso compiutamente il valore del loro progetto. L’altra sera però ho seguito con molta attenzione la Folkestra Night 2016 nel salone polivalente di Bricherasio e mi sono reso conto dell’originalità di questa orchestra di sperimentazione culturale fondata da Simone e Nicolò Bottasso nel 2009. Naturalmente conoscevo da tempo il Duo Bottasso (il loro album Crescendo del 2014 è tra i miei ascolti preferiti). Sono musicisti sopraffini ed eclettici. Simone è anche ottimo compositore: provate ad ascoltare l’album che ho citato e ne avrete la prova.
Di Folkestra fanno parte musicisti giovani e talentuosi affiancati da alcuni professionisti (nella formazione dell’altra sera erano più di venti). Suonano sia strumenti della tradizione folk, come ghironde, organetti, cornamuse, archi, mandolino, fisarmonica sia quelli tipicamente da orchestra tra cui flauti, sax, clarinetti, batteria, chitarra e basso.
Folkoro invece nasce nel 2012, diretto da Pietro Numico, ed è composto da una ventina di ‘voci’ femminili, tra soprani e contralti. Due gruppi con repertori anche autonomi ma che quando si esibiscono insieme costituiscono un ensemble di grande impatto. Ecco, se c’è una contemporaneità che contamina la tradizione musicale oppure se la tradizione folk dell’arco alpino e delle valli occitane – ma anche al di là delle montagne – si fonde con la musica contemporanea, Folkestra & Folkoro è un esempio straordinario.
La loro è musica d’insieme, di buon ascolto ma senza essere mai banale. Una decina i brani presentati a Bricherasio, frutto di ricerche etnomusicologiche, proposti con arrangiamenti evocativi. Un brano addirittura in finlandese (On souri sun rantas Autius), un altro in ligure (Ruzaju, dovuto alla collaborazione con Elena Ledda), altri della tradizione occitana: e la world music è servita!
Folkestra & Folkoro crescono a piccoli passi, studiano e sperimentano, hanno il loro repertorio che si arricchisce anno dopo anno e collaborazioni con artisti internazionali, producono e portano in tournée i loro spettacoli. Manca, per ora, una produzione discografica che li possa far conoscere meglio. Ma li attendo con pazienza, anche davanti a platee importanti.
Resta da dire che la serata si è conclusa con l’indiavolato balfolk di Estremìa (Vincent Boniface, Marta Caldara e Bramo). Anche qui tanta innovazione: beatbox accanto a organetto e pianoforte). Come dice il programma di sala, non è hip-hop, non è trad, non è in radio, non è vero: è popolare, per tutti.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Montagna, Musica e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*