Ho letto “La giostra del piacere” di Eric-Emmanuel Schmitt

Sugli alberi al centro della piazza di Bruxelles intitolata a Guido d’Arezzo (il monaco italiano che teorizzò e codificò le note musicali) vive una colonia di pappagalli che fornisce il titolo originale di questo libro, Les Perroquets de la place d’Arezzo. I colorati pennuti, di provenienze diverse, sono i testimoni disinteressati di tutto quanto accade nella piazza, in particolare di un gran numero di vicende sentimentali che finiscono con l’intersecarsi e mescolarsi dando vita ad ulteriori storie.
Come facevano animali del genere, provenienti da orizzonti lontani, di origine indiana, amazzonica o africana, a vivere a Bruxelles liberi e in buona salute malgrado il clima tetro? E perché nel cuore del quartiere più chic?Le piccole, singole vicende che prendono forma pagina dopo pagina sono una quindicina. Sono storie di ordinaria vita quotidiana di persone che vivono o lavorano in abitazioni, uffici, negozi che si affacciano sulla piazza. Ma un dato giorno molte di loro ricevono una lettera di colore giallo contenente un biglietto con due frasi: “Questo messaggio solo per dirti che ti amo. Firmato: tu sai chi”.
E’ un messaggio a cui ognuno dà il peso che ritiene ma che finisce con il movimentare l’esistenza di tutti. Schmitt ce le presenta in 15 capitoletti, poi comincia a mescolare le storie come fossero un mazzo di carte. Il comune denominatore è il sentimento o la passione o l’eros a seconda delle interpretazioni che il lettore vuole dare. A mio parere il titolo italiano strizza troppo l’occhio al versante commerciale ed erotico (anche se di sesso ce n’è molto…): giostra sì, o anche girandola, ma piacere non è per tutti. Ad ogni modo, una volta iniziato il ponderoso romanzo (650 pagine), è bene affrettarsi a leggerlo tutto perché, data la complessità dei caratteri e delle vicende, facendo troppe pause si finisce con il perdere di vista il complesso della storia.
Una notte blu Savoia avvolgeva di dolcezza gli alberi cullati dal canto degli uccelli, che blateravano con indolenza sopita in toni più bassi, meno stridenti che durante il giorno.
Nelle storie che procedono e cominciano a intersecarsi, i destinatari delle missive si scervellano per adattare alle proprie situazioni sentimentali i possibili mittenti. E quando ogni persona ha la contezza di non essere la sola ad aver ricevuto il messaggio, si scatena la caccia all’ideatore dell’operazione. In questa ricerca si distingue una coppia gay, Tom e Nathan, ma nonostante qualche sospetto – il marito della fioraia, il giardiniere comunale, il nano che lo aiuta, la bambina….- il mistero permane. E’ certo però che quella lettera ha cambiato molte vite, nel bene e nel male, alcune nuove coppie si sono formate, altre si sono sciolte, quasi sempre la forza dell’amore ha vinto.
“…In fondo anche le grandi amicizie sono relazioni asessuate…Gli unici amori che esistono e funzionano sono gli amori senza sesso…Invece tutti si ostinano a praticare l’amore libidinoso, anche se finisce regolarmente in fumo. Ti confesserò una cosa: la donna che mi piace di più è quella con cui non ho mai avuto né avrò mai rapporti sessuali”.
“Chi è?”

E via di questo passo con un campionario di frasi topiche adattabili a qualsiasi situazione: a Zachary Bidermann, potente commissario europeo, caduto in disgrazia a causa della sua erotomania (l’analogia con Dominique Strauss-Kahn è impressionante!); al banchiere Francois-Maxime de Couvigny, felicemente sposato, che non disdegna gli incontri sessuali con ragazzi sconosciuti; all’addetta stampa di una casa editrice che si considera schiava del suo amante; al triangolo felice che si forma in casa tra Josephine, il marito Baptiste e l’amica di lei; alla portinaia Marcelle che ospita un afgano desideroso soltanto di permesso di soggiorno; alla signorina Beauvert, benestante sul lastrico per il vizio del gioco, il cui unico amore è il suo pappagallo Copernico che ripete all’infinito: “Sergio”. Ragazzi, ragazze, giovani, maturi, poveri e ricchi, tutti salgono sulla giostra.
Cosa c’è di più grazioso del polso di una donna grassottella? Spariscono ossa e tendini, rimane solo la seta della pelle.
Il prolifico autore belga (tra gli altri pregevoli lavori Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, La mia storia con Mozart, Quando penso che Beethoven è morto mentre tanti cretini ancora vivono…) mi sembra che con questo romanzo abbia fatto un bel salto di qualità. Per l’originalità e la complessità mi sentirei di avvicinarlo a Calvino.

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