Ho visto “Irrational Man” di Woody Allen

Woody Allen si cimenta nuovamente con il libero arbitrio. Lo aveva già fatto in Match Point, film che a mio parere ha segnato l’inizio della sua involuzione, toccando poi il fondo con l’insulso To Rome with Love. Esiste il delitto perfetto si chiede Woody Allen in questo film? E’ chiaro che la risposta è no, perché quanto messo in atto da Abe Lucas, professore di filosofia che ritiene di poter fare del bene alla società eliminando fisicamente un giudice corrotto, presta il fianco a numerose questioni. Il suo arrivo nell’università di provincia in cui si sta trasferendo è preceduto da una miriade di aneddoti, compresa la fama di seduttore in disarmo e in preda a uno scarso interesse per la vita. Come insegnante riesce a catturare l’attenzione e ad appassionare gli allievi con le sue lezioni su Kant, Kierkegaard, Sartre ma nella sfera privata tende alla depressione. Ci pensano la focosa collega Rita Richards e la brillante studentessa del suo corso Jill Pollard a fornirgli un po’ di ossigeno, ma in particolare è l’idea di aiutare una ignara madre a cui il giudice ha sottratto la tutela del figlio a ridargli smalto. Come un novello Raskolnikov nella sua lucida follia immagina il delitto, studia a fondo Delitto e castigo, ma come si vedrà non tutti i tasselli si incastreranno alla perfezione e poi non tiene conto che, pur di dare in pasto all’opinione pubblica un assassino, la polizia potrebbe incriminare un innocente. Più lucida di lui si mostra l’infatuata Jill, la cui coscienza funziona ancora. No, il delitto non è mai perfetto, oltretutto è come le ciliegie, un delitto tira l’altro…
Woody Allen narra tutta la vicenda su un doppio binario, facendola raccontare parallelamente da Abe e da Jill. Ma in questo caso è un artificio narrativo che non funziona. Il paradosso di un morto che narra in prima persona è accettabile se il film è Viale del tramonto e il cadavere del protagonista che racconta galleggia nella piscina all’inizio della storia. Oppure se, moribondo, registra la storia su un magnetofono, come in La fiamma del peccato. Nel finale di Irrational Man Woody Allen vorrebbe sorprendere, in realtà impapocchia una regola fondamentale della narrazione.
Con tutto ciò, il film vive solo delle belle interpretazioni di un Joaquin Phoenix (The Master, Lei, Vizio di forma) professore con doverosa pancetta da alcolista, Emma Stone (Magic in the Moonlight, Birdman) intraprendente studentessa e la smaniosa Rita di Parker Posey (Grace di Monaco).

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