Ho letto “La fanciulla è morta” di Colin Dexter

Questa volta Morse si ammala e anche seriamente. Così è costretto a qualche settimana di ospedale, ulcera perforata! Impagabili sono i dialoghi con i medici in cui Morse tenta di nascondere il suo lato debole, quello per la bottiglia. La permanenza in ospedale, coccolato da procaci infermiere e guardato a vista da una feroce caposala soprannominata Loch Ness (ma smessa la divisa non si dimostra proprio un mostro) occupa quasi tutto il libro. E l’inchiesta con le proverbiali deduzioni dell’ispettore Morse? Tranquilli, c’è anche questa, ma riguarda un omicidio avvenuto più di un secolo prima. Accade che a Morse abbiano regalato un libello, Assassinio sul canale di Oxford, scritto da un colonnello appena spirato nello stesso ospedale. Narra l’omicidio di una giovane donna, passeggera di una chiatta, forse stuprata e gettata nel canale. Per quel fatto, realmente accaduto, furono condannati a morte per impiccagione due barcaioli. A Morse la storia non quadra tanto, quindi si fa aiutare dal fido sergente Lewis e da un’affascinante bibliotecaria che ha il padre ricoverato nella stessa stanza per trovare documenti ufficiali su quegli eventi, risalenti al 1859. Certo a più di un secolo di distanza c’è poco da fare, al massimo si può arrivare alla riabilitazione di due probabili innocenti. Primo interrogativo: era veramente una santarellina la donna uccisa? “Proprio il genere di idee che può venire in mente solo a un vecchio porco maschilista come te!”
L’ispettore si getta con caparbietà nella storia e a grandi linee riesce a ricostruire cosa effettivamente sia accaduto quella fatidica notte.
Mai in vita sua aveva così fortemente voluto restare dentro una storia!
Una volta dimesso dall’ospedale va a cercare la conferma alle sue deduzioni, spingendosi fino in Irlanda, cercando le antiche abitazioni dei protagonisti, esumandone le sepolture. Altro che cold case! Quell’inchiesta era stata frettolosamente conclusa, ma quasi centotrenta anni dopo Morse ci ha visto meglio dei suoi colleghi di allora.
La fanciulla è morta (The Wench is Dead, 1989) è certo un giallo anomalo nella produzione di Colin Dexter, ma non per questo meno avvincente. In primo piano c’è però la degenza di Morse, con la descrizione di tutti gli accadimenti piccoli e grandi che chiunque sia stato per qualche tempo in ospedale ben conosce. Oltretutto l’ispettore sfoggia il suo humour con il personale e non manca di dedicarsi a qualche fantasia erotica con le infermiere che peraltro lo trovano affascinante.
Dopo aver immerso il termometro nell’acqua aveva scoperto che la temperatura era un po’ troppo fredda per progettare un tuffo a due…
Ottavo libro della serie pubblicata da Sellerio – la traduzione è sempre dell’ottima Luisa Nera – dell’ispettore Morse della Thames Valley Police di Oxford. Per le altre caratteristiche del personaggio Morse e della scrittura di Colin Dexter rimando alle puntate precedenti.
L’ultima corsa per Woodstock (2010), Al momento della scomparsa la ragazza indossava (2011), Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn (2012), Niente vacanze per l’ispettore Morse (2012), L’ispettore Morse e le morti di Jericho (2013), Il mistero del terzo miglio (2014), Il segreto della camera 3 (2014).
In verità, non ancora pubblicato da Sellerio, avevo letto anche Il passo falso nei Gialli Mondadori.

 

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