Ho letto “La verità su Amedeo Consonni” di Francesco Recami

Eravamo rimasti a interrogarci se Amedeo Consonni fosse vivo o morto (Morte di un ex tappezziere), poi avevamo visto l’andamento della casa di ringhiera in assenza del suo personaggio più significativo (Il diario segreto del cuore). Ora Recami ci ripropone la vita di quel complesso di appartamenti in via Accademia 14 a Milano. Se nella puntata precedente, assente l’Amedeo (L’esecuzione del tappezziere aveva goduto di una grande attenzione mediatica), la scena era stata presa tutta dai figli del Giorgi, Margherita e Gianmarco, alle prese con i traumi della pubertà, con questo nuovo libro tutti i pittoreschi personaggi che popolano la casa di ringhiera riconquistano il loro giusto spazio. Con la sorpresa del Consonni che non era affatto morto ma, cambiato nome e messo sotto protezione, era in attesa di testimoniare al processo contro gli slavi per la strage nella ex discoteca di Corsico e per la tratta delle giovani schiave dell’est. Mi sono portato avanti, ma occorre fare un passo indietro.
Angela Mattioli fa la spola tra la casa di ringhiera e l’appartamento di Camogli in cui vive sotto falso nome l’Amedeo. La falsa paraplegica signorina Mattei-Ferri le escogita tutte pur di liberarsi del suo badante Claudio Giorgi, l’ex-alcolista che la tiene sotto scacco perché conosce i suoi segreti. L’ottantenne Luis De Angelis, nonché grande amico di Consonni, teme che la sua casa sia infestata da presenze demoniache e cade nelle mani di un imbroglione in combutta con il nipote Daniel. Ricompare l’architetto Du Vivier, sempre attento a capire se può fare una grande speculazione edilizia sul complesso di via Accademia. Fa la sua comparsa Yutta, un’avvenente valchiria tedesca che passa le sue giornate a prendere il sole seminuda sul ballatoio. 
Un fisico al tempo stesso slanciato e potente, gambe da atleta (campionessa di lancio del giavellotto, ma chi è la femmina che in Italia si dedica al lancio del giavellotto?), un sedere perfetto e prominente e un seno stentoreo e ben rilevato.
È chiaro che una simile bellezza faccia colpo su tutti gli abitanti di sesso maschile della casa di ringhiera: l’adolescente Gianmarco, Luis, Daniel, Claudio Giorgi, i ragazzi peruviani dell’ultimo piano, l’operaio Antonio che peraltro vive con lei e chissà dove l’avrà scovata… Quando Yutta compare con i suoi vestiti trasparenti è come se la vita nella casa di ringhiera si fermasse. Perfino Enrico, cinque anni, il Cipolla, nipote adorato di Consonni, vuole farsi portare dalla mamma Caterina nella vecchia casa del nonno per vedere la stangona, con la quale pare avere molto feeling. Yutta è cortese con tutti, accetta un invito di Luis a fare un giro sulla sua BMW Z3. 3.2 24 valvole roadster, si lascia corteggiare dal Du Vivier: L’architetto sembrava Christian De Sica quando fa il cretino. Solo i cinesi del pianterreno non ci fanno caso, sono impegnati notte e giorno nei lavori per aprire un centro massaggi.
Tanta carne al fuoco mette Francesco Recami in questo nuovo libro. Stenta un po’ a decollare ma poi prende quota e vola alto. Diverte molto soprattutto. Alcune scene che non sto qui a raccontare sono memorabili ed esageratamente colorite. Infila nella trama un po’ di tutto, mistero, avventura, paranormale, storia. C’è persino il ritrovamento di un tesoro. Le vicende di tutti i personaggi si incastrano tra loro e il meccanismo narrativo funziona a meraviglia. Ancora una volta però lo scrittore fiorentino non conclude, lascia aperta una porta per una puntata successiva. E vabbè ci toccherà aspettare anche quella.
Tuttavia occorre dire che per apprezzare compiutamente La verità su Amedeo Consonni è preferibile aver letto, se non tutte, almeno qualcuna delle sette puntate precedenti.
Come si è visto, durante l’intero arco del processo Amedeo sembrava, nonostante tutto, avere la testa da un’altra parte, e in effetti ce l’aveva. Sembrava incantato, come un automa.